Grandi manovre nel Partito democratico, atteso al fondamentale banco di prova delle prossime consultazioni elettorali: pare proprio che il povero Enrico Letta sia destinato a non essere mei sereno, ed ancora una volta a turbare i sonni dell'ex premier potrebbe esserci proprio Matteo Renzi, col fondamentale assist di Stefano Bonaccini.
Questa la versione riferita da Marco Antonellis di Tpi, secondo cui tra i dem ci sarebbe già chi è pronto a spalancare le porte al figliol prodigo, che al timone di Italia Viva continua proprio a non navigare in buone acque. Se i numeri dei sondaggi fossero confermati, l'ex sindaco di Firenze, avrebbe un bel biglietto di sola andata fuori dal Parlamento della Repubblica Italiana. Tuttavia nel Pd"c'è chi spera che ad ottobre la segreteria guidata da Enrico Letta vada a sbattere per prendersi il partito e far rientrare Matteo Renzi". In parole povere o si vince in qualche grande città (preferibilmente nella Capitale) o la Base Riformista dem è pronta ad incoronare Stefano Bonaccini come nuovo segretario e di conseguenza a far rientrare dalla porta di servizio anche l'uomo dell'oramai celeberrimo: "Se perdo al referendum lascio la politica".
In quest'ottica le parole pronunciate dal governatore dell'Emilia Romagna durante la sua ultima intervista, dove prende le distanze dai grillini senza dare per scontata l'alleanza giallorossa, non sorprendono più di tanto:"Se il Movimento, o quel che sarà dopo quel che sta accadendo, confermerà una impostazione europeista, riformista e progressista, allora sarà giusto considerarlo un naturale alleato del Pd", ha dichiarato Bonaccini. "Ma a differenza di qualcuno che vede una alleanza come già decisa a tavolino, come una fusione a freddo, penso che quel ‘se’ sia molto importante per costruire una coalizione larga e senza pregiudizi".
Anche le altre parole pronunciate dal presidente della regione Emilia Romagna lasciano più di qualche interrogativo sulla sua posizione rispetto a quella assunta dal partito:"Dobbiamo ritrovare una identità ben definita, con un profilo che tenga insieme i diritti civili ma anche e soprattutto quelli sociali, che sono fondamentali per avere un elettorato largo e magari convincere qualcuno che non ti ha mai votato", ha proseguito infatti Bonaccini in modo decisamente polemico. "Vorrei che parlassimo più di temi strategici come lavoro, conoscenza, sanità e ambiente, invece che di alleanze, per le quali c’è sempre tempo". Insomma, basta focalizzarsi solo sul legame con il Movimento: "Sono convinto che una volta finita l’epoca delle ideologie, affrontare i problemi reali sia l’unico compito della politica".
La trappola romana
Anche il dietro le quinte delle amministrative di Roma è più complesso di quanto non traspare. Secondo il Pd romano, infatti, Calenda avrebbe già stretto un sodalizio con Matteo Renzi per affossare i dem nella Capitale, arrivando addirittura a sostenere la Raggi pur di veder affondare il Nazareno.
Il tutto con lo scopo di arrivare al tanto sospirato spostamento al centro del Pd, che pare oramai sempre più vicino. Per far questo si starebbe quindi puntando a Bonaccini, uomo graditissimo ai dem e che ha di poco soffiato al "collega" Fedriga il secondo posto nella classifica dei governatori più amati d'Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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