Politica

Bonaccini striglia Letta: "Si parla solo di alleanze"

In una intervista al Corriere della Sera il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, striglia i vertici del Pd e ribadisce la necessità di sostenere il governo Draghi

Bonaccini striglia Letta: "Si parla solo di alleanze"

"La politica si dia da fare per cose concrete, che non devono rimanere slogan da convegno. Noi stiamo dimostrando che si può fare". È questo il monito lanciato in una intervista al Corriere della Sera da Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna. L’esponente del Pd ha spiegato che la Regione da lui guidata è quella "che cresce di più, da anni. Se qui Matteo Salvini è stato respinto dopo nove vittorie consecutive alle regionali, non è perché siamo rossi, ma perché abbiamo delle virtuosità e un modello di relazioni sociali che secondo me merita attenzione, perché in grado di trainare la ripresa del Paese".

Ma ammette che vi è una differenza tra chi ha la responsabilità di guidare un partito e un amministratore locale. Nel primo caso, ha affermato Bonaccini, "può essere più importante il dire, per orientare e dare una direzione". Per un amministratore, evidenzia ancora il governatore, è più importante "quel che si fa, perché alla prova del governo, si fatica molto per realizzare le promesse". "E io sono convinto- ha aggiunto- che una volta finita l'epoca delle ideologie, affrontare i problemi reali sia l' unico compito della politica".

L’esponente dem non risparmia una frecciata al segretario del suo stesso partito. "Quando ho parlato con Enrico Letta, mi sono permesso di suggerirgli di inserire ai vertici più amministratori locali". Il problema è quello di essere lontani dalla realtà. "Sento troppo spesso qualche dirigente nazionale dire cose come se non frequentasse da anni una fabbrica, una scuola, un bar o un mercato. Invece, secondo me bisogna allenarsi all'ascolto", ha affermato ancora Bonaccini. Quest’ultimo ha anche sottolineato la necessità che il Pd ritrovi una identità ben definita "con un profilo che tenga insieme i diritti civili ma anche e soprattutto quelli sociali, che sono fondamentali per avere un elettorato largo e magari convincere qualcuno che non ti ha mai votato".

Questa, in sostanza, è la strada che secondo Boanccini i dem devono seguire. Il governatore auspica che si parli più di "temi strategici come lavoro, conoscenza, sanità e ambiente, invece che di alleanze, per le quali c'è sempre tempo". "Dopo la pandemia qui da noi la destra si vergogna persino a ricordare di aver fatto campagna elettorale proponendo un modello di sanità privata alternativo al nostro- ha continuato Bonaccini-. Sono queste le cose sulle quali dobbiamo avere opinioni nette". Sulla necessità di un congresso per raccogliere le idee il governatore appare scettico. Anche perché l’appuntamento con le Comunali è sempre più vicino. "Mancano tre mesi al voto nelle principali città italiane, mi pare più importante vincere lì che discutere tra di noi", ha ricordato Bonaccini.

Altra delicata questione toccata nel corso dell’intervista è quella del ddl Zan, oggi al centro di un durissimo scontro politico. Bonaccini su questo argomento non ha dubbi: "Ogni volta che si conquistano e si fanno avanzare i diritti civili, è una bella notizia per un paese che vuole dirsi democratico. E mi sembra evidente che serva un ulteriore passo avanti".

Così come il governatore non ha dubbi sul governo Draghi. Per Bonaccini, infatti, l’attuale premier non deve essere messo in discussione tanto che si augura che il suo governo rimanga in carica fino al termine della legislatura "perché sta facendo molto bene e perché da quando sono presidente di Regione ho già avuto a che fare con cinque esecutivi diversi". Ma il governatore ricorda di avere "sempre lavorato molto bene" anche con l'ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. "Ma a un certo punto gli sono mancati i numeri in Parlamento", ha spiegato Bonaccini che ricorda, durante i giorni della crisi, di essere stato "fortemente contrario con la linea del mio partito che diceva o Conte o morte. È stato un grave errore, una indicazione sbagliata a livello nazionale".

Ora l’esigenza ha portato Pd e Lega ad una strana alleanza. Il governatore, però, non si scompone e ricorda come sia giusto in questo momento dare una mano al governo Draghi. Ma, ha poi avvertito, le cose sono destinate a cambiare: "Nella prossima legislatura non governeremo con la Lega perché siamo alternativi a loro. Ma ora bisogna farlo. Per far finire la pandemia sanitarie ed evitare che si trasformi in pandemia sociale".

Molto cauto Bonaccini si mostra anche sulla crisi interna al M5s. In merito allo scontro tra Grillo e Conte Il governatore afferma solo che per lui sarebbe "demenziale mettere a rischio la tenuta del governo Draghi per ragioni di rivalità interne al Movimento. L'Italia ha bisogno di stabilità per uscire dalla pandemia". Ma inevitabilmente il discorso cade sul futuro dell’alleanza tra 5s e Pd. Bonaccini non chiude le porte ma mette dei paletti: "Se il Movimento, o quel che sarà dopo quel che sta accadendo, confermerà una impostazione europeista, riformista e progressista, allora sarà giusto considerarlo un naturale alleato del Pd". Il governatore precisa che a differenza di qualcuno che vede "una alleanza come già decisa a tavolino, come una fusione a freddo, penso che quel "se" sia molto importante per costruire una coalizione larga e senza pregiudizi". Anche a costo di dimenticare il "parlateci di Bibbiano". "Si guarda al futuro, non alle bestialità del passato, per le quali sarebbe comunque meglio chiedere scusa", ha ribadito Bonaccini.

Prima di parlare di alleanze è necessario discutere del programma. L'esponente dem sottolinea che serve "un profilo riformista ed europeista capace di aggregare anche un vasto campo civico". Bonaccini tributa, infine, un encomio al presidente del Consiglio: "A me sembra che l'agenda di Mario Draghi contenga gran parte delle nostre sensibilità".

Forse, chissà, un messaggio ai vertici dem.

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