Guerra in Ucraina

La Borsa russa riparte (ma solo a metà). E la Banca centrale apre il paracadute

Da oggi tornano gli scambi, ma solo sulle obbligazioni e il Cremlino ha un piano di riacquisto. Ancora bloccate le azioni

La Borsa russa riparte (ma solo a metà). E la Banca centrale apre il paracadute

È un far finta di essere sani in salsa russa. Dopo quasi un mese di saracinesche abbassate, la Borsa di Mosca riapre oggi. Ma l'open day è a scartamento ridotto: a essere ammessi agli scambi saranno solo i bond federali. Non c'è invece ancora una data per la ripresa della compravendita di azioni, le cui lancette si sono fermate al 25 febbraio quando l'indice Moex era collassato del 33%. La Banca di Russia, e quindi il Cremlino, continua a temere un fuggi-fuggi da parte degli investitori, segno che il ritorno alla normalità resta lontano e dipenderàdagli sviluppi della guerra in Ucraina. Nè la decisione di consentire la negoziazione delle obbligazioni sembra riconducibile al recente pagamento di una cedola da 127 milioni di dollari su un bond in dollari con cui Mosca ha, per ora, dribblato il default. La banca centrale guidata da Elvira Nabiullina ha infatti congegnato una sorta di quantitative easing, sulla falsariga del piano di acquisto titoli con cui la Federal Reserve e la Bce hanno garantito la tenuta del sistema finanziario durante i periodi di emergenza. «Per evitare un'eccessiva volatilità e garantire una posizione di liquidità equilibrata in questo segmento nella fase di riapertura - ha spiegato la banchiera russa - la Banca di Russia acquisterà i titoli del governo federale». Sull'entità degli acquisti, nessuna cifra. Ma gli interventi saranno calibrati per evitare tensioni sgradite e, quindi, lo sforzo potrebbe non essere indifferente. La misura sarà comunque temporanea: «Una volta stabilizzatasi la situazione sui mercati finanziari, venderemo l'intero portafoglio di queste obbligazioni per neutralizzarne l'impatto sulla politica monetaria», ha aggiunto Nabiullina. Ma quando mette radici, il Qe è poi difficile da estirpare.

Il lancio del Qe è la prima decisione importante che la governatrice prende dopo essere stata riconfermata da Vladimir Putin, lo scorso venerdì, alla guida dell'istituto. Un secondo mandato tutt'altro che scontato, data la neanche troppo velata opposizione all'invasione dell'Ucraina da parte della governatrice. Che da febbraio, per arginare l'onda d'urto delle sanzioni economiche, l'estromissione dagli scambi internazionali di pagamento Swift e la caduta verticale del rublo, ha dovuto usare il pugno di ferro, imponendo il raddoppio dei tassi d'interesse (dal 9,5 al 20%) e limitando la circolazione di valute straniere nel Paese. Non proprio misure nelle corse di un'economista che si è formata negli Stati Uniti, fa il tifo per il libero mercato ed è convinta di poter assicurare il benessere al proprio Paese attraverso le azioni della banca centrale. L'eventuale imposizione di nuove misure punitive rischierebbe di rendere proibitiva la sua missione.

Così, Nabiullina spera forse che sia ascoltato l'invito alla prudenza rivolto ieri dall'ad di Deutsche Bank, Chistian Sewing: «Le sanzioni hanno un impatto negativo su di noi e dobbiamo sopportarlo», ma gli Stati dovrebbero pensare «ancora e ancora» prima di introdurne di più severe.

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