Rodolfo Parietti
A giudicare dall'anemico rialzo d'inizio settimana a Piazza Affari (+0,40%), sembra che i mercati abbiano sospeso il giudizio sul neo premier, Paolo Gentiloni. Al netto dei robusti guadagni dei titoli petroliferi, che beneficiano dall'adesione russa al piano di tagli produttivi dell'Opec, la crescita dell'indice sarebbe stata ancora più modesta, a segnalare che gli investitori sono sul chi vive. Aspettano di capire, infatti, se il nuovo governo si limiterà semplicemente a traghettare l'Italia verso le elezioni, oppure si occuperà di tutti i dossier lasciati aperti da Matteo Renzi durante l'interminabile campagna referendaria.
L'esperienza a livello internazionale maturata da Gentiloni come ministro degli Esteri e la riconferma di Pier Carlo Padoan al Tesoro appaiono, almeno sulla carta, come due elementi rassicuranti. Se gli appuntamenti del prossimo anno, a cominciare dalla trattativa in marzo con Bruxelles sulla legge di bilancio, daranno la misura delle capacità del nuovo esecutivo di dare risposte, la partita più immediata si gioca sul terreno delle banche. Non solo sul salvataggio del Montepaschi, ma anche sul processo di riforme che interessa le popolari e le banche di credito cooperativo e sul nodo delle sofferenze. Il piccolo cabotaggio e un inerte tirare a campare fino al voto sarebbero la cosa peggiore, l'ingrediente tossico capace di mettere sotto pressione non solo gli indici borsistici ma anche i differenziali di rendimento dei nostri Btp. Già qualche tensione si nota: non tanto sul versante dello spread col Bund, sceso ieri sotto i 165 punti base, quanto piuttosto rispetto ai Bonos spagnoli, con la forbice che si è allargata fino a quota 58, il livello più alto dal febbraio 2012. Ancora nulla di preoccupante, anche perché l'estensione fino alla fine del 2017 del programma di aiuti della Bce di Mario Draghi garantisce uno scudo ai titoli di Stato italiani.
Ma che l'Italia resti un osservato speciale lo si capisce dalle parole rimbalzate dalla Germania. «La Germania sta monitorando la situazione delle banche italiane da vicino, ma ha grande fiducia nella supervisione bancaria europea», ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble. Il capo della Bundesbank, Jens Weidmann, ha invece invitato Gentiloni a continuare sulla strada delle riforme. «Le sfide per l'Italia rimangono», e per quanto riguarda il salvataggio delle banche italiane in crisi, Weidmann giudica «particolarmente importante il fatto che la soluzione venga trovata all'interno delle regole esistenti». Sul piano generale «non è da escludere totalmente che al fianco di investitori anche lo Stato partecipi alla soluzione della crisi delle banche, ma ciò dovrebbe costituire una rara e ben delimitata eccezione».
Da oggi,
intanto, l'attenzione si concentrerà sulla riunione della Federal Reserve. Salvo sorprese, la banca centrale Usa dovrebbe decidere domani un rialzo dei tassi, da un quarto di punto, già ampiamente metabolizzato dai mercati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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