Coronavirus

Le Borse si spaventano per la variante Delta. Milano affonda (-3,34%)

Timori di nuovi lockdown, calo del petrolio e incertezze sui tassi fanno crollare i mercati

Le Borse si spaventano per la variante Delta. Milano affonda (-3,34%)

Una tempesta perfetta si è abbattuta sui mercati internazionali e ha fatto arretrare le Borse europee che hanno complessivamente perso 240 miliardi di euro di capitalizzazione. Piazza Affari, la peggiore del Vecchio continente, è ritornata sui valori dello scorso marzo, cedendo il 3,34% a quota 23.965 punti (-24,4 miliardi di capitalizzazione). Male tutte le piazze principali: Francoforte ha ceduto il 2,6%, Parigi il 2,5% e Londra il 2,3% nonostante la riapertura totale. A poco più di un'ora dalla chiusura a Wall Street il Dow Jones lascia sul terreno il 2,6% e il Nasdaq l'1,4 per cento.

Tre fattori negativi, infatti, hanno accelerato le vendite. Il primo è legato alla diffusione della variante Delta del Covid-19 con i contagi in aumento in tutto l'Occidente. I timori di nuove chiusure hanno spinto gli operatori a prendere ulteriormente profitto sui recenti rialzi. Il secondo elemento di incertezza è rappresentato dalle politiche monetarie delle banche centrali. Giovedì prossimo il presidente della Bce, Christine Lagarde, svelerà gli orientamenti sui prossimi mesi. Un'eventuale diminuzione degli acquisti mensili di titoli di Stato, attualmente a 80 miliardi di euro, potrebbe mettere pressione sui Paesi ad alto debito, Italia in primis. Non a caso lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi decennali è salito sopra quota 110 a 113 punti dai 107 punti di venerdì.

L'ultimo fattore negativo è stato il calo del petrolio dopo l'accordo Opec sull'aumento della produzione di greggio da agosto. I future sul petrolio Wti hanno perso il 6,5%, quelli sul Brent il 5,9% portandosi sotto i 70 dollari. La flessione ha stressato i titoli energetici (Eni -3,84%, Enel -5,07% causa stacco cedola).

«Finché la variante Delta non sarà in grado di esercitare pressioni sulle strutture ospedaliere, il mercato recepirà questi fenomeni con disciplina e selettività», ha commentato Antonio Cavarero di Generali Insurance Asset Management sottolineando che «i tassi reali sono ancora troppo bassi per fornire un'alternativa alle azioni, ma i portafogli dovrebbero essere rivisti a favore di titoli di migliore qualità, con bilanci solidi e buona visibilità degli utili». Anche il Fondo Algebris, per ora, non è eccessivamente allarmato in quanto il rapporto tra nuovi casi e ricoveri è sostanzialmente stabile. Eppure ieri a Milano sono stati penalizzati proprio i titoli che maggiormente soffrono l'inversione del ciclo macroeconomico come i bancari (Intesa -4,23%, Unicredit -3,59% e Generali -3,05%) e gli industriali (Cnh -4,1%, Stellantis -3,6%) mentre Diasorin è stata l'unica a salire (+1,93%) poiché ci si aspettano maggiori richieste di tamponi rapidi.

Insomma, anche se gli addetti ai lavori non sono pessimisti, le Borse per un giorno hanno realisticamente simulato uno scenario negativo caratterizzato da nuovi lockdown. Cosa accadrebbe se si concretizzasse il ministero dell'Economia lo ha già messo nero su bianco nel Def dello scorso aprile. In caso di «limitata efficacia» delle vaccinazioni, il Pil quest'anno crescerebbe solo del 2,7% (anziché del 5% che molti previsori si aspettano) e del 2,6% nel 2022. Un'ipotesi che farebbe esplodere deficit e debito pubblico lasciando l'Italia in una situazione imbarazzante nel 2023 quando il Patto di Stabilità, ancorché in una nuova forma, dovrebbe essere regolarmente applicato. Anche per questo motivo il leader della Lega, Matteo Salvini, ha cercato di esorcizzare lo spettro di nuovi lockdown.

«Se si pensa di risolvere richiudendo tutto, non vanno a picco le Borse ma le famiglie italiane», ha detto ieri.

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