Bossi resta in terapia intensiva "Ma è stabile e reattivo"

Il bollettino medico è rassicurante, muove il braccio Il figlio Renzo: «È un guerriero». La visita di Giorgetti

Bossi resta in terapia intensiva "Ma è stabile e reattivo"

Quando venne ricoverato per un ictus nel 2004, Umberto Bossi aveva al suo capezzale stuoli di politici e militanti. I seguaci gli facevano la posta sotto la finestra del reparto con gli striscioni srotolati. Stavolta davanti all'ospedale di Varese di militante ce n'è uno solo: sventola la maglietta con il sole delle Alpi e, nostalgico secessionista, indossa fiero la bandana verde, la stessa di chissà quanti cori a Pontida.

Ma anche in piena era salviniana, il Senatùr tiene duro dal letto della terapia intensiva. Dopo la caduta in casa a Gemonio e il ricovero d'urgenza di giovedì, si era temuto il peggio. Ma ora è stabile e sembrerebbe muovere normalmente il braccio. Quello destro, tengono a precisare fonti leghiste. «È reattivo - riferisce il neo direttore sanitario dell'azienda ospedaliera dei Sette Laghi, Lorenzo Maffioli, nel bollettino medico di ieri - ed è monitorato costantemente». Ieri pomeriggio sono stati effettuati «ulteriori accertamenti di tipo neurologico per completare l'indagine», i cui risultati saranno comunicati oggi entro mezzogiorno. Danni neurologici sono tuttavia stati esclusi con la prima angiotac del cervello, fatta al momento del ricovero, che ha permesso di scartare sia l'ipotesi di emorragia cerebrale sia quella di un nuovo ictus. Il malore potrebbe invece essere ricondotto a una crisi epilettica, scatenata dai valori ematochimici bassi e dai farmaci. Mentre le dichiarazioni dello staff medico sembrano rassicurare sulle sorti del padre fondatore della Lega, a tradire stanchezza e un po' di preoccupazione sono gli occhi di Renzo Bossi, il secondogenito che il Senatùr soprannominò «il Trota» quando pareva potesse seguirne le sue orme in politica. Di poche parole (la famiglia chiede il riserbo sulla vicenda), Bossi junior si limita a dire: «Papà è come sempre un guerriero, siamo in attesa dei nuovi esami dopo la caduta che gli ha provocato un trauma cranico». E twitta: «Forza papà, sappiamo che hai la testa dura».

Pochi, a dir la verità, quelli che si presentano di persona in ospedale per dare un incoraggiamento al padre della Lega. In mattinata arriva il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti: «Sono qui per vederlo, nulla da dire». Poche ore prima sale in reparto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana: «Sta meglio, sicuramente è scongiurato ciò che si temeva, cioè l'emorragia». A far visita al Senatur anche qualche leghista dimenticato tra cui Cesare Bossetti, ex consigliere in Regione Lombardia e tra gli indagati nello scandalo leghista sui rimborsi illegali. A questo «giro di ospedale», 15 anni dopo l'ictus, la solidarietà a Bossi si esprime (chi più chi meno) sui social. Roberto Maroni dedica al senatùr l'immagine del profilo Facebook e scrive: «Maimulà» («mai mollare»). Ben più freddino (e per una volta istituzionale) il messaggio del vicepremier Matteo Salvini, leader della nuova Lega: «A Umberto auguri di pronta guarigione». L'europarlamentare Mario Borghezio tira un sospiro di sollievo: «Ieri sera ero col cuore a pezzi e pensavo che la situazione fosse irrimediabile, oggi le notizie ci danno un pò di conforto». Bossi è stato l'unico rivoluzionario dell'Italia dal Dopoguerra».

Silvio Berlusconi, che ha subito chiamato il figlio Renzo per avere notizie, parla di Bossi come di «un grande amico che ha quello che manca ad altri politici, una persona davvero leale». E a «Povera Patria» in serata su Rai2 aggiunge: «Umberto non mi ha mai tradito».

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