Cronache

Botte e insulti in classe. Filmate 66 violenze: tre maestre agli arresti

Mamma denuncia, le telecamere confermano. I bimbi non potevano neanche andare in bagno. Soprusi persino su una scolara disabile

Botte e insulti in classe. Filmate 66 violenze: tre maestre agli arresti

Napoli - È stata la mamma di due fratellini che frequentano la sezione B a ribellarsi alle angherie subite dai loro piccoli, un bimbo di 5 anni e la sorellina di 3 dell'istituto Comprensivo per l'Infanzia Vincenzo Russo di Palma Campania, area vesuviana. La giovane madre il 9 aprile si è recata in caserma e ha raccontato tutto ai carabinieri. I militari autorizzati dalla Procura di Nola hanno collocato nelle scuola delle microtelecamere, che hanno filmato quanto accadeva nelle aule e in altri ambienti.

I filmati avrebbero rivelato violenze e soprusi nei confronti di alcuni bambini. Scene raccapriccianti e dolorose, anche per gli occhi di investigatori esperti e abituati a ogni tipo di violenze. Ieri mattina i carabinieri hanno arrestato tre maestre, poi condotte ai domiciliari, con l'accusa di maltrattamenti aggravati. Le tre indagate sono Carmela Graziano di 60 anni, Giovanna Donnarumma, 40 e Rosa Ambrosio, 38. Le accuse alle maestre, non erano le bugie di due bambini ma terribili verità, avvalorate da quelle «ecchimosi e altre lesioni personali», che i fanciulli avevano marchiati sul corpo. Tra le vittime della sezione B c'era anche una bambina disabile, costretta a subire soprusi da una delle indagate. Al termine del loro lavoro, i carabinieri di Palma Campania e di Nola hanno documentato (grazie ai filmati) ben 66 episodi penalmente rilevanti.

Uno strazio vedere quei bambini, relegati (dopo le percosse) in un angolo della classe, con la testa china, chiusa tra le braccia e doloranti. Altri, invece, distesi sul pavimento a faccia in giù. Altri ancor con la testa all'insù a osservare chi le aveva ridotti in quel modo. Ogni tanto c'era la manina solidale di qualche amichetto, che li consolava con una carezza ma nei loro occhi c'era il terrore. Un terrore che forse non cancelleranno mai dalla loro memoria.

Un giorno, etichettato come episodio 40, la bimba disabile, che si trova nel suo seggiolone, cerca di avvicinarsi agli altri bimbi per socializzare ma una delle indagate (ripresa da microtelecamere), le va incontro «le afferra l'orecchio sinistro insieme ai capelli e tira con vigore. Prima di lasciarla le dà un violento strattone tanto da piegarle la testa, infine uno spintone per allontanarla ulteriormente dagli altri bambini. Poi, una scena deamicisiana: «Il bambino con i capelli corti che ha visto la scena, si avvicina alla amichetta, la consola e le dà alcuni dei suoi giocattoli».

La stessa bimba, (episodio 41), successivamente riesce «a prendere un libro da uno dei banchi che le sta vicino». Una delle indagate le si avvicina e «le dà un ceffone sulla testa con la mano destra». Poi le dà uno spintone e la allontana.

Spiegano in Procura che i carabinieri hanno svelato «numerosi episodi di vessazione, fisica e verbale, operate dalle indagate ai danni degli alunni». L'indagine avrebbe svelato «l'esistenza di un consolidato e diffuso modus operandi “educativo”» caratterizzato dall'uso della violenza ma anche da espressioni verbali volgari ed offensive». Insomma agli sfortunati (una parte) allievi della scuola veniva ingenerato «un grave stato di timore e di soggezione nei riguardi dei propri insegnanti».

Si pensi che, al alcuni allievi veniva addirittura proibito di poter andare in bagno. A quanto pare, anche altri sapevano (in base ai filmati) delle violenze ai bimbi della Sezione B ma ha preferito tacere.

Carminespadafora@gmail.com

 

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