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Botti di fine anno, 4 bimbi fra i feriti

In 190 finiscono in ospedale. A Palermo un bambino perde la mano

Controlli a raffica sui trafficanti di botti illegali, campagne di prevenzione, e in più - vera novità di quest'anno - i divieti in funzione anti-inquinamento, disposti da numerosi Comuni in tutto il paese: eppure il bilancio della lunga raffica di esplosioni che da un capo all'altro della Penisola ha accompagnato la fine del 2015 è ancora crudamente pesante. A spiccare, l'esplosione che a Palermo nel pomeriggio di ieri investe in pieno un gruppo di quattro bambini, lasciati a giocare con dei petardi micidiali rimasti inesplosi e irresponsabilmente abbandonati per strada nella contrada Marraffa. Investiti in pieno dall'esplosione di uno di essi, quattro bambini finiscono in ospedale, uno di loro avrà la vita rovinata per sempre perché i chirurghi sono costretti ad amputargli la mano. E non è purtroppo l'unico caso di arti amputati. Uno degli episodi più gravi avviene in Abruzzo proprio in uno dei pochi comuni della regione adriatica che non ha adottato il blocco dei petardi: a Scemi, in provincia di Chieti, dove il sindaco aveva lasciato la libertà di botto, un giovane perde una mano per lo scoppio di un petardo che stava maneggiando nei pressi del lungomare; mano amputata anche a un uomo nel quartiere romano di San Basilio, e mano devastata anche per un ragazzo di Andria, in provincia di Bari, tradito dalla miccia troppo corta dell'ordigno che si preparava a lanciare; mano amputata quasi per intero a un 54enne in provincia di Potenza, investito così violentemente dall'esplosione da finire in rianimazione. E poi, soprattutto nel Centro e nel Sud, una lunga lista di incidenti minori che testimoniano della impermeabilità di un pezzo di Italia alle campagne di prevenzione, che puntano a disincentivare l'utilizzo dei botti, o almeno ad un loro impiego responsabile. Niente da fare, a quanto pare. All'ospedale di Catania due vittime dei petardi finiscono in prognosi riservata, uno rischia di perdere un occhio.Il dato complessivo dei feriti, diramato in serata dal ministero degli Interni, parla di 190 feriti, cui purtroppo vanno aggiunti i quattro bambini di Palermo. Il dato è in calo rispetto agli anni passati, ma rimane drammaticamente alto, e senza paragone in nessun altra nazione. «Nessun episodio grave ha segnato l'arrivo del nuovo anno, se si fa eccezione dei soliti imprudenti che, nonostante le raccomandazioni e gli interventi delle forze dell'ordine, non hanno saputo sottrarsi all'uso di botti' proibiti», è stato il commento del ministro degli Interni, Angelino Alfano, che ha avuto parole di elogio per l'impegno profuso dalle forze di polizia. In realtà l bilancio di sangue rimane alto nonostante i controlli sempre più intensi contro i trafficanti di petardi illegali, che sono i maggiori responsabili dei ferimenti. Il Viminale parla di 317 denunce a piede libero e di ventisei arresti, oltre che del sequestro di migliaia di pistole lanciarazzi e di tonnellate di polvere da sparo e fuochi.A venire trascurati o apertamente sfidati sono stati anche gli appelli e i divieti emessi dai sindaci per evitare che le emissioni dei petardi andassero ad aggiungersi alla situazione già critica dello smog nei centri urbani.

A Milano il divieto è stato disatteso largamente, e non risultano provvedimenti a carico di chi si è infischiato del divieto: e addirittura c'è stato chi si è presentato fornito di botti alla festa organizzata in piazza Duomo dal Comune.LF

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