Il brano delle feste di Natale? Da 23 anni nessuno riesce a creare il nuovo «classicone»

È dai tempi di "All I want for Christmas" della Carey che non nascono hit. Flop dell'intelligenza artificiale

Il brano delle feste di Natale? Da 23 anni nessuno riesce a creare il nuovo «classicone»

Vecchie ma pur sempre valide. Anzi, meglio delle nuove. Sono le canzoni di Natale, che anche quest'anno sono tornate per creare atmosfera assieme all'albero e alle lucine colorate, familiari ma in fondo fresche come il primo giorno in cui le abbiamo sentite, anni fa.

Al netto dei «veri» classici, «tille Nacht e Jingle Bells, composti nel XIX secolo, e soprattutto White Christmas, anno di nascita 1942 che nella versione di Bing Crosby è il singolo più venduto al mondo, sono gli anni dai '60 agli '80 del Novecento che ci hanno regalato i nuovi classici, diventati presto degli evergreen. Una «mano fatata», quella degli autori dell'epoca, che non è più stata recuperata in anni recenti.

Intanto il Daily Mail ha fatto i conti in tasca proprio a loro, le vecchie glorie, pop e rockstar viventi che con i diritti delle loro hit natalizie, scritte decine di anni fa, si stanno assicurando pensioni d'oro. Perché queste canzoni ogni anno tornano non solo nelle nostre orecchie, ma anche in cima alle classifiche.

Shane McGowan, ad esempio, sdentato ed etilico leader degli irlandesi Pogues, grazie all'intramontabile Fairy Tale of New York si porta a casa 440mila sterline ogni anno (450mila euro). La ballata del 1987 ha appena vinto su Twitter «La coppa del mondo delle canzoni natalizie» indetta dal presentatore della Bbc Richard Osman. Ed è anche la più trasmessa dalle radio britanniche negli ultimi cinque anni, secondo PRS for Music (la Siae inglese).

Mariah Carey con la relativamente recente (si fa per dire, è del 1994 quando raggiunse il numero 2) All I Want for Christmas Is You ha venduto milioni di copie e ancora guadagna 376mila sterline l'anno (423mila euro). Entrambe battono il successo del 1984 Last Christmas, indimenticabile inno degli Wham! di George Michael, scomparso un anno fa proprio il giorno di Natale. Quest'anno la sua canzone ha raggiunto il terzo posto in classifica. Sempre del 1984 è il tormentone e numero uno dell'epoca Do they know it's Christmas? del supergruppo Band Aid, il secondo singolo più venduto della storia.

È strano pensare come il cambio radicale dei costumi, delle abitudini, della società in genere non abbia prodotto una colonna natalizia più in linea con i tempi. Del resto Natale è la festa della tradizione per eccellenza, e, come ha detto alla Bbc Paul Clements di PRS for Music «quando una stagione legata alla nostalgia occupa le radio non c'è niente che possa battere un buon classico».

Forse dobbiamo rivolgerci all'intelligenza artificiale per trovare la prossima canzone natalizia perfetta. Ci ha provato l'artista e programmatrice californiana Janelle Shane usando una rete neurale, quelle che imitano il cervello umano e sono usate per guidare le automobili senza pilota, tradurre e compiere transazioni finanziarie. Partendo dall'analisi di 240 «carole» natalizie. Il risultato? Una deludente accozzaglia di parole senza senso, o decisamente ridicole. Per questa volta dunque è ancora l'uomo a vincere sulla macchina. Ma non garantiamo per il futuro. Sta di fatto che quell'alchimia unica che crea una canzone di successo in grado di restare sulla cresta dell'onda per innumerevoli stagioni, evidentemente, non è ancora stata svelata.

Ma non è detto che non alberghi in uno dei tormentoni di questo finale di 2017, come Perfect di Ed Sheeran, numero uno nella classifica dei singoli della settimana di Natale in Italia e Regno Unito anche grazie al duetto con Andrea Bocelli. Questo però solo il tempo saprà dircelo.

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