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Il Brasile mette al bando Tom&Jerry. Altro danno "politicamente corretto"

Definito "potenzialmente pericoloso e diseducativo" per le botte Il cartone sparisce dal canale televisivo più visto dai bambini

Il Brasile mette al bando Tom&Jerry. Altro danno "politicamente corretto"

San Paolo. Dopo decenni di intrattenimento per bambini delle più svariate generazioni, il celebre disegno animato «Tom e Jerry» è stato bannato in Brasile dal canale Cartoon Network, che ne possiede i diritti. Il motivo, semplice quanto assurdo (almeno per chi come me è cresciuto con i cartoons di Hanna & Barbera trasmessi dalla tv svizzera che all'epoca si vedeva nel nord Italia) è che i giovani soloni del canale infantile lo hanno giudicato nel loro ultimo meeting «politicamente scorretto». Per questo nobile e censorio motivo, con l'anno nuovo hanno sottratto «Tom e Jerry» alla visione dei bambini brasiliani perché «potenzialmente pericoloso e diseducativo».

L'informazione è stata divulgata l'altroieri dal quotidiano carioca O Globo, il più letto di Rio de Janeiro, città tra le più violente del Brasile, con Manaus la peggiore per la mortalità da Covid19, ma soprattutto urbe dove sempre più spesso i bambini sono vittime della violenza, questa sì vera, e del fuoco incrociato tra narcotrafficanti e polizia.

In tutto sono ventisette gli episodi eliminati dalla piattaforma per bambini più diffusa nel Paese del samba per il contenuto «troppo violento» dimostrato - a detta del board censorio della multinazionale - «dalle percosse inferte dal gatto Tom al topo Jerry». Il primo neanche fosse un sadico razzista e per di più non vegano, visto che in un paio dei 27 episodi cancellati il gatto Tom vorrebbe addirittura mangiarsi il ratto Jerry, contravvenendo al nuovo mantra del globalismo liberal, il veganismo.

Il cartone animato era stato creato nel 1940 da Joseph Barbera e William Hanna ma «Tom e Jerry» avevano fatto il loro debutto sulla televisione brasiliana solo dopo una trentina d'anni, tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70, sulla Rede Globo, all'epoca la più seguita nel Paese sudamericano nonché gran sostenitrice della dittatura militare che in quegli anni governava a Brasilia con il bene placet di Washington. Oggi dagli Stati Uniti gli input sono differenti, la dittatura imperante è quella liberal e Cartoon Network, che appartiene a Warner Media (stessa proprietaria della Cnn), detenendo i diritti per esibire lo storico cartone animato in Brasile, detta la linea anche contro il celeberrimo duo animale, «esempio terribile per i bambini».

Del resto, nel nuovo film ambientato a New York che uscirà nel 2021, i nuovi Tom e Jerry «reloaded» dalla multinazionale lavorano insieme e vanno d'amore e d'accordo, una noia mortale. Sia chiaro, l'episodio finale della saga originale (quella violenta di Tom e Jerry) era andato in onda nel 2005 ma le repliche continuavano a passare sino a ieri, con un gradimento sempre alto. L'audience, tuttavia, conta poco quando si tratta di «formare nuove narrative», da cui la decisione di bannare i vecchi Tom e Jerry.

Certo, sui social verde-oro lo sconcerto del fan club del simpatico duo è grande e la decisione presa dalla multinazionale dell'intrattenimento liberal statunitense, in Brasile ha commosso tanti ex bambini, oggi adulti, rattristati per l'ennesima censura del nuovo mondo liberal. Già perché sempre l'altroieri YouTube ha chiuso in Brasile il canale di Terça Livre, un canale vicino al presidente Jair Bolsonaro con oltre un milione di iscritti, adducendo non meglio precisate «violazioni delle regole della piattaforma». Quasi tutta la stampa ha appoggiato la censura contro il canale destrorso, mentre il movimento Sleeping Giants ha addirittura festeggiato, vantandosi di aver contribuito alla chiusura.

La dittatura del politicamente corretto avanza in Brasile e Tom e Jerry sono solo le sue ultime due vittime.

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