Dai sorrisi aperti e dalle imprese storiche con cui è diventato il volto moderno del nazionalismo scozzese, alla polvere delle accuse per due tentati stupri, nove aggressioni sessuali, due assalti aggravati a sfondo sessuale e - ciliegina sulla torta - un'imputazione per disturbo della quiete. Spossato, le rughe agli occhi, un cenno di sorriso amaro a favor di obiettivi. L'ex primo ministro di Scozia Alex Salmond, l'uomo che ha fatto dell'indipendenza da Londra un'ossessione, è apparso ieri davanti alle telecamere dopo l'arresto avvenuto la sera precedente e a conclusione dell'udienza durata cinque minuti alla Sheriff Court di Edimburgo, per dirsi «totalmente innocente» e che «si batterà fino alla fine».
«Ovviamente questa notizia sarà uno choc per molte persone», ha commentato Nicola Sturgeon, first minister di Scozia, la leader che gli è succeduta non solo alla guida dello Scottish National Party ma anche a quella dell'esecutivo di Edimburgo che Salmond ha guidato dal 2007 al 2014, senza che i nazionalisti da allora ne abbiano mai perso il timone. E in effetti lascia di stucco l'arresto di mister Salmond, politico di razza che ha segnato un pezzo di storia britannica. Anche grazie al suo «monopolio del sorriso», il Times nel 2011 lo incoronò «uomo dell'anno» per essere riuscito a portare a casa la maggioranza assoluta alle regionali, nonostante un sistema elettorale studiato dai padri della devolution per impedire a chiunque di dominare il Parlamento. Il novello Braveheart era già riuscito nell'altra grande impresa: spodestare dalla Scozia rossa e operaia delle miniere il Partito laburista che la dominava da 50 anni.
Una laurea in economia alla St Andrew's, poi sette anni passati alla Royal Bank of Scotland, amico di Rupert Murdoch, Salmond è soprattutto l'uomo del referendum, colui che nel 2014 (due prima dell'altro grande referendum sulla Brexit) convinse David Cameron a concedere un voto sulla secessione dal Regno Unito, che poi perse con il 55% dei No. Fu allora che lasciò la guida dell'Snp, fino all'addio definitivo al partito lo scorso anno. Ora conduce un talk show politico settimanale sul canale televisivo russo Rt e l'emittente insinua che proprio questo potrebbe averlo messo in pericolo, oltre all'aver fatto a lungo arrabbiare l'establishment inglese e scozzese.
Eppure le accuse a sfondo sessuale non piombano come un fulmine a ciel sereno. A inizio 2018, due donne avevano chiamato in causa l'ex leader per fatti relativi al 2013. Il governo aveva aperto un'inchiesta interna. Una delle due signore, che faceva parte dello staff di Salmond, denunciava di aver subito la mano lunga del leader sui seni e sul sedere mentre si trovava da sola nella residenza ufficiale del premier.
Di fronte alle indiscrezioni sui media, Salmond aveva agito legalmente contro l'esecutivo. Questioni di forma, sulle quali a inizio mese aveva ottenuto giustizia. Nel merito si diceva certo di essere scagionato, pur ammettendo di non essere stato sempre «un angelo» con la moglie e le donne.
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