Brexit, un documento imbarazza May. "Londra perderà tra il 2 e l'8% di Pil"

Analisi del ministero incaricato dell'uscita dall'Ue. La premier rischia

Brexit, un documento imbarazza May. "Londra perderà tra il 2 e  l'8% di Pil"

Un gioco a perdere. Comunque si chiuda la vicenda Brexit, la Gran Bretagna ne uscirà livida. La valutazione - impietosa - non arriva dai nemici dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, ma dall'esecutivo britannico in carica, che pure avrebbe voluto tenere riservate le sue conclusioni. Ieri un'altra goccia si è aggiunta allo stillicidio quotidiano cui è sottoposta da un anno e mezzo la premier Theresa May. Mentre la leader inglese arriva in Cina in queste ore, con una maxi-delegazione di 50 imprenditori e uomini d'affari e l'evidente obiettivo di conquistare nuove fette di mercato e aprirsi a ulteriori investimenti, in casa il caos provocato dall'addio a Bruxelles non finisce di toglierle il fiato. Stavolta è un documento riservato del ministero per la Brexit sulle conseguenze dell'uscita a dare man forte ai detrattori della exit, dopo che il sito d'informazione BuzzFeed ha diffuso il contenuto di un rapporto governativo dall'esito imbarazzante. Datato gennaio 2018, il documento spiega che comunque finisca, la Gran Bretagna ha molto da perdere e poco da guadagnare. In tutti e tre gli scenari possibili. Se ci fosse un accordo di libero commercio con la Ue, la Gran Bretagna crescerebbe comunque il 5% in meno nei prossimi 15 anni rispetto alle attuali previsioni, del 2% in meno nel caso in cui il Regno Unito continuasse ad avere accesso al mercato comune, con un ridimensionamento che arriverebbe all'8% in caso di «no deal», se l'uscita avvenisse senza alcun accordo. In ogni settore: con abbigliamento, industria automobilistica, farmaceutica e alimentare fra le più colpite. In ogni regione del Paese. E la caduta di Londra dall'Olimpo delle principali piazze finanziarie.

L'analisi è stata derubricata dal governo come un lavoro di tipo preliminare che non tiene in considerazione l'opzione di un accordo commerciale con l'Ue. E Steve Baker, sottosegretario alla Brexit,ci vede lo zampino di chi vuole sabotare l'uscita. In effetti la rivelazione ha offerto pane per i denti dei Lord riuniti in una due giorni, fino a oggi, per discutere in seconda lettura il Withdrawal Bill, con il quale il parlamento inglese dovrà assorbire il diritto comunitario nelle leggi inglesi. Un'occasione per riaprire il dibattito ancora estremamente controverso sulla Brexit e per apportare modifiche, con il rischio che Theresa May venga nuovamente sconfitta su alcune questioni, come già accaduto a fine dicembre quando si votò alla Camera sull'articolo 50 e un gruppo di Conservatori ribelli ha ottenuto che il Parlamento avesse l'ultima parola sull'accordo per l'uscita. Non a caso 189 Lord - un record - si sono iscritti a parlare. Una cinquantina hanno già chiesto che il documento svelato dalla stampa venga reso pubblico.

Baker ha promesso che prima del voto finale il governo pubblicherà un rapporto sull'impatto della Brexit. E aggiunge: le previsioni sono sempre sbagliate. «Utili come l'oroscopo», gli fa eco un deputato del Dup che tiene in piedi il governo.

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