Brexit, May gelata: «Intesa lontana e il tempo stringe»

Tusk e Juncker frenano. I nodi di Irlanda e unione doganale. Londra: no a richieste inaccettabili

«Alcune delle proposte del primo ministro Theresa May indicano evoluzioni positive, ma su altre l'offerta del Regno Unito sulla Brexit dovrà essere rivista». Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk non ha risparmiato un'accoglienza fredda alla premier britannica giunta ieri pomeriggio a Salisburgo. Nemmeno May, d'altronde, è arrivata in pace: in un'intervista a Die Welt ha detto che se si vuole raggiungere una conclusione positiva, così come Londra ha evoluto la propria posizione, la Ue dovrà fare lo stesso, senza chiedere «cose inaccettabili».

Non comincia bene, dunque, il vertice informale tra i capi di Stato e di governo dell'Ue che, tra ieri sera e oggi, riunisce nella città austriaca. Come ha detto Tusk prima dell'inizio dei lavori, sul tema dell'uscita del Regno Unito dall'Unione «oggi c'è forse più speranza, ma certamente sempre meno tempo». Ed è May in primis a non poterne sprecare neanche un minuto. Perché il focus di questo Consiglio Ue è l'immigrazione, non Brexit. Alla premier londinese sono stati riservati solo 10 minuti al termine della cena nel teatro Felsenreitschule per esporre la propria posizione. L'unica certezza è la volontà, confermata da Tusk, di fissare un Consiglio europeo straordinario a metà novembre per tentare di finalizzare l'accordo, che Bruxelles vuole chiudere entro l'autunno. E se su sicurezza e politica estera gli orizzonti sembrano convergere, restano invece irrisolti i due nodi più problematici del «divorzio»: la questione del confine irlandese e la cooperazione economica, i due temi su cui Tusk ha chiesto a May di rivedere la propria offerta. Quelle, cioè, contenute nel cosidetto piano Chequers, che la premier ha sottoposto ieri ai 27 e che propone di far rimanere l'intero Regno Unito all'interno dell'unione doganale europea, anche dopo il dicembre 2020 al termine del periodo di transizione, mantenendo quindi regole comuni in materia di transito delle merci; e, per quanto riguarda la questione irlandese, risolverla attraverso l'approccio tecnologico gradito anche agli hard brexiteers, per ristabilire una dogana ma riducendo al minimo le infrastrutture fisiche. Su questo punto May ha bocciato la proposta del negoziatore per l'Ue Michel Barnier di spostare il controllo doganale in mare - cioè sulle navi che trasportano le merci - perché ciò minerebbe l'integrità del Paese. Per lo stesso motivo la premier ha contestato il principio di backstop secondo cui, se le parti non si accordassero, allo scoccare della Brexit l'Irlanda del Nord resterebbe nell'unione doganale.

Novità sono attese per oggi, quando i 27 proseguiranno le discussioni senza May. Non con i migliori auspici: arrivando alla cena, anche il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker ha detto che l'accordo è «lontano».

MG

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