Brigitte, première dame che sta in seconda fila: "Non consiglio Macron"

L'intervista dopo il silenzio: "Ho scelto di vivere lontana dalla politica. Scusate se ho sbagliato"

Brigitte, première dame che sta in seconda fila: "Non consiglio Macron"

Nell'epoca del neo-femminismo, delle rivendicazioni sulla parità di genere, del #MeToo che ha travolto ogni settore del nostro mondo, arriva la donna più potente di Francia a dire l'impensabile, l'indicile e forse anche l'impossibile: «Non mi sento la première dame. Sono la moglie del capo dello Stato». Ebbene sì, «la moglie di...», quell'espressione che molte donne e tante femministe considererebbero, se non offensiva, quantomeno riduttiva. Non lei, a quanto pare, nonostante si definisca una donna «molto libera». Brigitte Macron, 67 anni, sposata dal 2007 all'ex studente Emmanuel, di 25 anni più giovane e da tre Presidente della Repubblica francese, non si sente per nulla sminuita dal suo ruolo di attrice non protagonista della storia di Francia. Almeno questo è ciò che sostiene in una rara intervista, rilasciata a France Info, dopo un lungo silenzio, rotto - e la scelta non sembra causale - proprio nell'estate in cui il marito, indebolito dalla crisi del coronavirus e fresco del flop alle elezioni municipali, sceglie un nuovo governo, sostituisce il primo ministro Edouard Philippe con il neopremier Jean Castex e tenta il rilancio degli ultimi due anni del suo mandato. Anche dietro a questa mossa, come a molte altre dell'abile Macron, si sospetta ci sia lo zampino di Brigitte, che non ha mai nascosto le sue simpatie conservatrici e potrebbe essere l'ispiratrice del cambio di strategia del presidente, più orientato verso una destra sociale. Madame Macron non entra nel dettaglio ma nega categorica: «Mi tengo a distanza dalla politica. Prima di tutto perché non ho gusto né competenza in materia - spiega Brigitte - A che titolo farei politica? Non mi permetto mai un consiglio. A che titolo lo darei? Quando mi chiedono se ho un'influenza su di lui, è l'influenza che c'è in una coppia, la stessa che lui ha su di me». Ma la situazione «è molto, molto complicata» a dispetto di una vita di coppia che la moglie di Macron descrive come «semplice», anche se molto diversa dagli altri, con un uomo «solido, estremamente rassicurante e gentile». «Si è sempre sotto lo sguardo degli altri e si ha un'enorme responsabilità. Tutto ciò che si dice può ricadere sul capo dello Stato. Bisogna fare grande attenzione». Anche perché «quando si è la consorte del presidente, le persone non ti hanno eletto o scelto. Non bisogna imporsi ma aiutare. Ho il dovere di essere utile», racconta ora che, sulle orme di Bernadette Chirac, si è messa alla guida di una campagna per migliorare le condizioni ospedaliere tramite la Fondazione Ospedali di Parigi, che presiede.

Da qui un altro bagno di umiltà di Brigitte, che quando le si chiede se le pesa il suo ruolo e la vita all'Eliseo, spiega: «Non mi pongo la domanda, sono cinque anni di una vita intera. Quando si è la moglie del presidente si hanno dei doveri con i francesi. Io li adempio, non sempre bene, ma con il cuore. Se faccio degli errori, me ne scuso».

È la prova che Brigitte è un animale politico molto più esperto di quel che vuole far credere. Anche quando ammette di non usare i social network, «dove a volte prevalgono bugie e fissazioni» e dei quali «non comprende la violenza». L'attenzione, tuttavia, resta su Macron. Che ha voluto dare una svecchiata al governo ma rischia l'autogol sulla scelta del contestatissimo ministro della Giustizia, l'italo-francese Eric Dupond-Moretti, e del ministro dell'Interno Gérard Darmanin. Entrambi hanno scatenato l'ira delle femministe contro la «cultura dello stupro» del nuovo esecutivo.

Il primo, avvocato penalista, a causa dei feroci attacchi al #MeToo e Darmanin perché sotto inchiesta per violenza sessuale: avrebbe costretto una militante che gli chiedeva aiuto legale a un rapporto sessuale. Sarà per questo, per riportare le donne dalla parte dell'Eliseo, che Brigitte è uscita allo scoperto?

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