Roma - Le dichiarazioni incendiarie del commissario europeo Guenter Oettinger non piacciono a nessuno. Soprattutto ai suoi amici in Europa, compresi i vertici delle due principali istituzioni di Bruxelles. Quindi il presidente della stessa Commissione Jean Claude Juncker, che ieri ha parlato attraverso il suo portavoce. Juncker ha spiegato - «è stato informato delle dichiarazioni poco sagge attribuite al commissario Guenther Oettinger. Mi ha chiesto di chiarire ancora, una volta per tutte, la posizione ufficiale della Commissione: gli italiani, e solo loro, decideranno del futuro del proprio Paese. Nessun altro». Non è una condanna ma la presa di distanze è netta e assume maggiore valore se si considera no due aspetti. Il primo è che viene da un esponente di primo piano delle istituzioni europee già protagonista di gaffe molto simili sull'Italia. Oggi, rispetto ad allora, c'è da tenere conto della vittoria dei partiti populisti, della bocciatura del governo sulla nomina di un ministero dell'Economia troppo anti Bruxelles. E del fatto che i sondaggi stanno premiando di nuovo i partiti euroscettici. La condanna di Juncker non è rituale anche perché è contro un esponente dello stesso gruppo politico del commissario al Bilancio, il Ppe.
Al quale appartiene anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, che ieri ha censurato la dichiarazione del collega tedesco, di fatto invitandolo a ricordare le regole della democrazia. «L'Italia non è una democrazia a sovranità limitata. Non sono i mercati a decidere il destino della Repubblica, ma i cittadini con il loro libero voto e le Istituzioni che li rappresentano. Chiedo a tutti di rispettare la volontà degli Italia», ha detto Tajani, che è un esponente di Forza Italia ed è stato tra i politici di centrodestra il più distante dagli euroscettici italiani. «Sono convinto che l'Italia e gli italiani -aveva detto poco prima- sapranno trovare le giuste soluzioni per risolvere tutti i problemi, ma voglio nello stesso tempo dire che l'ipotesi di uscire dall'euro è una sciocchezza». Contro Oettinger anche il vertice della terza istituzione fondamentale di Bruxelles. Il presidente del Consiglio Europeo, cioè dell'assemblea che rappresenta gli stati, Donald Tusk si è appellato alle istituzioni europee affinché «rispettino gli elettori. Siamo qui per servirli, non per salire in cattedra».
Le parole del politico tedesco, poi parzialmente corrette dal giornalista, sempre tedesco, che lo ha intervistato, hanno dato occasione ai giallo verdi di riaprire la polemica con Bruxelles. Matteo Salvini ha twittato: «Pazzesco. Se non è una minaccia questa...». Per il leader del M5S Luigi Di Maio «Questa gente tratta l'Italia come una colonia estiva dove venire a passare le vacanze».
Contro il politico del Ppe anche Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza italia alla Camera: «I nostri cittadini sono in grado di decidere autonomamente come scegliere i propri rappresentanti».Come sempre, i media tedeschi hanno ignorato la gaffe del commissario connazionale. Cadute di stile che danno forza a chi dice che l'Europa non c'è.
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