La tempesta energetica che sta attraversando l’Europa e l’Italia induce a guardare a paesi che si trovano in una situazione migliore rispetto alla nostra sia in termini di diversificazione delle fonti sia dei costi dell'energia. Tra le nazioni europee più virtuose c’è il Portogallo che, anche per ragioni geografiche, ha una dipendenza dalla Russia molto bassa ed al quinto posto in Europa per quota di energia verde. Da varie settimane si parla di “eccezione iberica” per indicare la situazione di Spagna e Portogallo migliore rispetto alle nazioni dell’Europa centrale e dell’Italia.
Proprio le nazioni iberiche hanno approvato un price cap a 48,75 euro a megawattora per il gas naturale utilizzato nelle centrali termoelettriche. Il motivo di un migliore quadro energetico è da ricercarsi sia nella presenza dei rigassificatori (la Spagna ne ha numerosi, il Portogallo uno) sia negli investimenti sulle rinnovabili che generano una produzione di energia superiore alla media di molti paesi europei. La percentuale maggiore di rinnovabili, non significa però che “il Portogallo ha deciso di chiudere i ponti con le energie fossili, riuscendo a produrre nel mese di marzo tutta l'energia di cui hanno bisogno soltanto da fonti rinnovabili” come emerso nel corso dell'ultima puntata di Presa Diretta su Rai3.
Per quanto il Portogallo sotto vari punti di vista sia un esempio virtuoso, non può essere paragonato all’Italia per varie ragioni a partire dalla dimensione del Pil italiano che è otto volte più grande di quello portoghese. Il nostro Paese è costituito da un settore industriale che ha bisogno di molta più energia di quella richiesta dall’economia portoghese. L’affermazione secondo cui il Portogallo ha prodotto “tutta l’energia di cui ha bisogno con le rinnovabili nel mese di marzo”, non è veritiera poiché la produzione si riferisce alla sola energia elettrica e non alla cosiddetta TES, ovvero il fabbisogno energetico totale che comprende anche l’energia per usi termici.
Se si analizzano i consumi termici del Portogallo, si scopre che vengono soddisfatti con fonti fossili anche in percentuale superiore all’Italia. Inoltre, secondo i dati di IEA (International Energy Agency), in rapporto emissioni di CO2/Pil, il Portogallo emette più CO2 dell’Italia e anche il consumo di energia in rapporto al Pil è inferiore all’Italia rispetto al Portogallo.
In definitiva, sostenere che il Portogallo abbia raggiunto il proprio fabbisogno energetico con le sole rinnovabili, è un'affermazione che non corrisponde al vero e che, per l'ennesima volta, testimonia come sia necessario aumentare le fonti rinnovabili ma non siano sufficienti senza il mix energetico e la diversificazione delle fonti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.