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Bufera molestie sull'Accademia Salta il Nobel per la Letteratura

Aggressione e violenza: il fotografo Arnault denunciato da 18 donne. L'assegnazione viene rinviata di un anno

Bufera molestie sull'Accademia Salta il Nobel per la Letteratura

Dagli Stati Uniti alla Svezia. Da Hollywood che volta le spalle al grande burattinaio Weinstein all'Accademia svedese che annuncia di rimandare all'anno prossimo il Nobel per la Letteratura (prima volta dal '49). Il terremoto delle molestie sessuali che hanno generato il movimento #MeToo scuote ogni angolo del mondo, travolge decine di Paesi, investe i settori più disparati e mantiene un unico comune denominatore: la denuncia di storie torbide, comportamenti eccessivi o addirittura criminali, dai palpeggiamenti agli stupri, con le donne vittime predilette (ma non solo loro), dalle aspiranti star alle future regine. Giù dalla torre il produttore Harvey Weinstein, il premio Oscar e re di House of Cards Kevin Spacey, la star dei Robinson Bill Cosby, il regista Roman Polansky, il ministro della Difesa inglese Michael Fallon e il viceministro francese alla Funzione Pubblica Georges Tron, i fotografi di moda Mario Testino, Bruce Weber e Patrick Demarchelier e il teologo musulmano Tariq Ramadan. Adesso tocca anche al Nobel per la Letteratura, con l'Accademia svedese che rimanda all'ottobre 2019 (quando ne assegnerà due) il premio concesso ogni anno «all'opera più straordinaria in una direzione ideale», per usare le parole di Alfred Nobel che lo ispirò.

Sotto accusa stavolta c'è Jean-Claude Arnault, 71 anni, fotografo francese e marito di Katarina Frostenson, scrittrice e poetessa svedese, ex membro dell'Accademia. Diciotto donne, lo scorso novembre, hanno accusato Arnault di aggressioni e violenze sessuali avvenute tra il 1996 e il 2017, alcune delle quali anche nelle sedi di proprietà dell'Accademia, dove Arnault gestiva Forum, un club culturale finanziato dall'istituto e per questo anche al centro di accuse di conflitto di interessi. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la rivelazione che a finire nell'orbita delle attenzioni sessuali indesiderate del fotografo è stata anche l'amata principessa Vittoria, primogenita del re Carlo Gustavo XVI. A svelare il caso che ha scosso la nazione è stato il quotidiano svedese Dagens Nyheter, seguito dai dettagli forniti dal serale Svenska Dagbladet che, riportando le dichiarazioni di tre testimoni, ha riferito di come Arnault abbia «posato una mano sul fondoschiena» della principessa tanto da provocare la reazione di una delle assistenti della futura regina, intervenuta per soccorrerla «lanciandosi sul fotografo e allontanandolo con la forza». Era il 2006 e Vittoria, oggi quarantenne, aveva 28 anni. Da allora la Casa reale avrebbe chiesto all'Accademia, fondata da re Gustavo II nel 1786 e sotto patrocinio reale, di prendere tutte le misure perché Arnault non restasse mai da solo con la principessa. A marzo, parte dell'indagine relativa ai reati fra il 2013 e il 2015, è stata archiviata per mancanza di prove, il resto dell'inchiesta è in corso.

«È necessario prendere tempo per riconquistare la stima del pubblico prima che il prossimo premio possa essere annunciato» hanno riferito i vertici dell'Accademia dopo che negli ultimi mesi sono volati gli stracci, anche a mezzo stampa, con sei membri dell'organismo (la cui nomina è a vita) che si sono dimessi, metà in segno di protesta contro la mancata espulsione della moglie di Arnault, poi uscita di scena. L'Accademia è «in crisi», ammette uno dei suoi membri Göran Malmqvist. E il serale Expressen: «È un disastro per la loro reputazione».

In queste ore, molti ironizzano sulla valenza del Nobel per la Letteratura.

Twitter non perdona e ricorda come nel 2015 l'annuncio del premio a Svetlana Alexievich fu accompagnato in sala stampa da 10mila giornalisti che digitavano il nome su Google. George Bernard Shaw non aveva dubbi: «È facile perdonare l'uomo che ha inventato uno strumento diabolico come la dinamite, ma come si può perdonare la mente diabolica che ha inventato il Nobel per la Letteratura?».

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