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Il buffet è a base di marijuana: scandalo al Comune di Torino

Il tour radicale parte dal capoluogo piemontese: ignorata lettera che lo vietava. E Viale rilancia: "Subito norme concrete"

Il buffet è a base di marijuana: scandalo al Comune di Torino

Minestre, pane e tartine da una parte, dall’altra tisane e birra. È un menù a base di cannabis quello offerto in Consiglio comunale, oggi a Torino, dal radicale Silvio Viale. Che, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’uso terapeutico della marijuana, ha sfidato - lui che fa parte della maggioranza di centrosinistra - il divieto del presidente della Sala Rossa, Giovanni Porcino.

L’iniziativa fa parte di un tour organizzato dal Coordinamento piemontese per la legalizzazione della cannabis. Un aperitivo a base di canapa, per presentarsi all’amministrazione comunale e sviluppare un dialogo volto alla sensibilizzazione e all’informazione dell’opinione pubblica sulla pianta, sui suoi usi e potenzialità e sulle possibili prospettive normative. "È necessario - ha detto il radicale Viale, eletto nelle liste del Pd, tra una tartina e un dolce a base di canapa - arrivare presto a una legislazione concreta in Piemonte per l’utilizzo terapeutico della cannabis". Già nel 2014, Viale era stato il promotore dell’appello del Consiglio comunale torinese al Parlamento perchè affrontasse il tema del "passaggio da un impianto di tipo proibizionistico a un impianto di tipo legale della produzione e della distribuzione delle droghe cosiddette leggere". "Va sancito un diritto - ha aggiunto il capogruppo di Sel in Consiglio regionale, Marco Grimaldi, promotore di una legge regionale che va proprio in questa direzione - quello del malato, al quale questi medicinali devono venire pagati dal servizio sanitario". All’iniziativa ha partecipato anche il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Vittorio Bertola, mentre si è detto contrario il consigliere Fdi, Maurizio Marrone.

Non sono mancate le polemiche. "Qualsiasi altra iniziativa collegata è da ritenersi nè preventivamente discussa nè tanto meno autorizzata" erano state le disposizioni dl presidente Porcino. Viale, però, ha preferito andare avanti con il suo particolare buffet, facendo scattare a inizio del Consiglio comunale il richiamo di Porcino. "Con l’ufficio di presidenza - ha detto - ci riserviamo di approfondire la questione e assumere eventualmente determinazioni conseguenti". Una frase che non è piaciuta a Viale, che l’ha ritenuta "calunniosa, grave e diffamatoria". "Prima si svolgono gli accertamenti e poi si decide - ha concluso - non si annunciano eventuali provvedimenti nei confronti di un’iniziativa che si è svolta in tutta legalità.

Si chiama libertà e agibilità politica".

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