Burioni attacca gli ottimisti Zangrillo si nega al governo

Il virologo: «Il virus pronto a ripartire come in Spagna». Il primario rifiuta: «Nel Cts? No grazie»

Burioni attacca gli ottimisti Zangrillo si nega al governo

Si era imposto il silenzio stampa e social dopo un periodo di sovraesposizione e polemiche. Ma ora il virologo Roberto Burioni non può più tacere e torna con il botto. Se la prende con i colleghi che fanno studi inutili, con quelli che smorzano l'allarme e, peggio ancora, con quelli che dicono che il Covid è sparito. «Il virus circola ancora ed è pronto a ripartire, come peraltro ha fatto in Spagna, dove il clima e lo stile di vita non sono certo troppo diversi dal nostro. Quindi non dobbiamo abbassare la guardia» infuoca Burioni sul suo sito Medical facts. E lancia un appello agli italiani per «ricominciare sì a vivere, a lavorare, a vedersi e a divertirsi. Ma non possiamo permetterci - spiega - di ignorare alcune semplici e basilari norme di protezione reciproca».

Secondo il virologo è totalmente inutile oggi discutere «se chi è deceduto è morto con il coronavirus o per il coronavirus». Lo scienziato spiega che basta guardare il grafico uscito sulla rivista scientifica Jama Internal Medicine per capire perché. «Mostra quante persone sono morte in 1.689 comuni italiani (più del 20% del totale) nei primi mesi degli anni dal 2015 fino al 2020. Ebbene, fino alla settimana del 23 febbraio 2020 le persone morivano esattamente nella stessa misura degli anni precedenti. Da quel momento il numero dei morti si è impennato».

A conferma del fatto che l'emergenza non sia da archiviare non sono solo i numeri del contagio (anche ieri in aumento) ma anche la decisione del viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri di rinnovare il Comitato tecnico scientifico a cui il governo si appoggia in vista di una sempre più possibile ripresa della pandemia. «Io rinnoverei completamente il comitato tecnico scientifico, inserendo alcuni specialisti come Fabrizio Pregliasco, Alberto Zangrillo, Massimo Galli, coloro che il virus lo hanno combattuto in prima linea. La loro esperienza sarebbe preziosa». Tutte personalità autorevoli che, questo sì, hanno combattuto in prima linea il virus ma che tra di loro non hanno esattamente la stessa posizione: Zangrillo sostiene che il virus sia «clinicamente sparito», Galli è di tutt'altro avviso.

«Ringrazio molto il collega Sileri, persona competente e libera, ma la mia indisponibilità a ricoprire ogni ruolo, anche tecnico, correlato alla politica, è perpetua» si tira subito indietro Zangrillo, prorettore dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano e primario dell'Irccs San Raffaele che tuttavia in queste settimane è stato tra i protagonisti del dibattito «politico» sul Covid. E che solo l'altro ieri ha strigliato l'attuale Comitato tecnico scientifico spronandolo a dire quella che lui reputa essere la verità agli italiani, prendendo una posizione netta: «Il Cts deve dire alla gente di uscire tranquillamente, riprendere a vivere, andare al ristorante, andare in banca, andare in vacanza. Se si entra in un locale chiuso, mettere la mascherina, ma continuare a vivere più di prima. Altrimenti la società non parte e Conte tra due anni, se c'è ancora, dovrà chiederne 800 di miliardi».

Aperto e pronto a un eventuale incarico Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università di Milano: «Sono

davvero onorato della considerazione esternata nei miei confronti da parte del viceministro della Salute. Faccio parte del Comitato tecnico scientifico della Lombardia e sono sempre disponibile a dare il mio contributo».

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