Cronaca locale

C'è l'identikit dello stupratore del treno

Pelle scura, sudamericano o maghrebino, 30-40 anni. L'indifferenza di un altro passeggero

C'è l'identikit dello stupratore del treno

Milano. Ancora prima dell'aggressione sessuale, l'indifferenza. Che, per tanti versi e soprattutto a posteriori, può fare anche più male. «No, non c'era altra gente accanto a noi in quel punto del vagone...A parte un uomo, un passeggero che, pur avendo capito benissimo quel che stava succedendo, si è affrettato subito ad andarsene, a lasciarci soli».

Assalita e violentata mercoledì mattina a bordo del passante ferroviario da uno sconosciuto di probabile origine sudamericana (ma al momento non si esclude neanche un magrebino) che l'aveva agganciata poco prima alla stazione di Milano Porta Garibaldi e poi è sceso alla fermata «Lancetti» (periferia nord della città) dove in queste ore si stanno estrapolando tutti i filmati delle telecamere utili all'inchiesta. E sulla base dei fotogrammi e della descrizione la polizia adesso ha costruito un identikit che la vittima, una 21enne di origine toscana, ha definito «molto somigliante» al suo aguzzino. Sul caso sta indagando la Polfer di Treviglio (Bergamo) insieme a quella di Milano perché la ragazza, lo stesso pomeriggio della violenza, accompagnata da due agenti della Polfer, si è fatta medicare proprio all'ospedale della località bergamasca.

Al momento non ci sono novità investigative di rilievo, anche se proprio l'identikit fa ben sperare. «Non c'è stata penetrazione, ma un pesantissimo palpeggiamento - spiegano alla Polfer -. Mercoledì mattina la ragazza doveva raggiungere il fidanzato a Bergamo. Si è avvicinata a un uomo, sui 35-40 anni, dalla carnagione scura, chiedendogli informazioni sul convoglio da prendere; lui l'ha invitata a salire sul treno 24531 che collega Varese a Treviglio attraverso il passante cittadino. Una volta a bordo, la 21enne non era ancora sicura che si trattasse del giusto convoglio, così ha cercato altre persone per accertarsi di non aver sbagliato. Nel frattempo si era accorta però che anche quell'uomo era salito sullo stesso treno, seppure dalla parte opposta. Percorrendo i vagoni all'improvviso se lo è ritrovato lì. E quando si è accomodata nel vagone, lo sconosciuto si è subito seduto accanto a lei: erano le 10.26, il treno ha chiuso le porte ed è partito.

«La cosa terribile era che alla partenza del treno vicino a me e a quello straniero c'era un altro passeggero. Un italiano che, intuita la situazione, ci ha lasciati soli, andandosene» ha spiegato la giovane donna quando è stata sentita dalla Polfer. È stato proprio in quel momento, non appena l'italiano se n'è andato, infatti, che è scattata l'aggressione da parte dell'immigrato.

«Si è girato verso di me, mi ha afferrata e tirata verso di sé facendomi stendere con la forza sui sedili, in un attimo mi era sopra mentre io ero stretta tra il finestrino e un sedile è il racconto agghiacciante della giovane . Ha iniziato a baciarmi in bocca e sul collo, mi sono sentita le mani addosso dappertutto. All'improvviso mi sono trovata con i pantaloni abbassati».

«Ero nel panico assoluto. Per lo choc ho perso conoscenza - ha raccontato la giovane a una cronista dell'edizione bergamasca del Corriere della Sera che era sul medesimo convoglio -. Poi, in un momento di lucidità, ho urlato più forte che potevo e gli ho sferrato un colpo sotto il mento. Sono scappata finché ho trovato il controllore e con lui siamo corsi fino in cima al treno dove c'era la polizia.

Ma l'uomo ha fatto in tempo a scendere ala fermata di Lancetti».

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