Caccia ai complici I quattro arrestati: «Pronti a immolarci»

Roberto Pellegrino

Barcellona C'è un complice e forse più di uno che ha aiutato Younes Abouyaaquoub nelle sue quasi 93 ore di fuga dal luogo della strage sulla Rambla fino alla vigna di Subirats, una cinquantina di chilometri da Barcellona, dove ha trovato la morte per mano dei Mossos, a pochi metri dai fitti filari di uva, pronta per la vendemmia. Gli ha fornito la falsa cintura esplosiva e un paio di pantaloni rosso scuro e una camicia azzurra per camuffarlo dalle foto segnaletiche diffuse dalla polizia.

Il giorno dopo l'uccisione del ventiduenne terrorista marocchino, la Spagna tira un sospiro di sollievo, ma gli inquirenti catalani lasciano aperto il caso, percorrendo varie piste. Ieri pomeriggio, i quattro terroristi detenuti sono stati interrogati per quasi un'ora e mezza da Fernando Andreu, il giudice istruttore dell'Audencia Nacional (il Tribunale Supremo di Spagna pertinente per i casi nazionali più importanti). Mohamed Houli Chemlal, il 21enne spagnolo di Melilla, primo a collaborare con la polizia, per il quale il suo avvocato ha chiesto la libertà vigilata, ha identificato davanti al giudice come complici gli altri tre marocchini arrestati, Driss Oukabir, 28 anni, Mohamed Aalla, 27, e Salh El Karib. Poi, ha dichiarato che la notte prima degli attentati, nell'abitazione di Alcanar, distrutta dall'esplosione accidentale delle bombole di gas metano, si preparava l'esplosivo che sarebbe servito a colpire la Sagrada Familia e altri luoghi affollati di Barcellona. «Dovevano esserci più esplosioni in più punti della città, dovevano esserci molte più vittime» ha detto Houli Chemlal, aggiungendo che «dopo l'esplosione, la cellula ha dovuto rivedere completamente il piano iniziale». I quattro arrestati hanno incolpato dell'organizzazione del piano l'imam Es Satty e hanno anche detto che erano pronti a immolarsi nelle esplosioni. Gerad Collomb, ministro dell'Interno francese ha spiegato che la presenza il 12 agosto di alcuni terroristi a Essone, vicino a Parigi, a bordo dell'Audi A3, utilizzata per l'attentato a Cambrils il 16, era stata trasmessa alle autorità spagnole. «Il gruppo era a Parigi per lavoro, ma è tornato indietro rapidamente e la polizia non conosceva le loro identità».

Intanto a Oujda, in Marocco, è stato arrestato Nourine Oukabir, 35 anni, cugino dei fratelli Driss e Moussa, il primo arrestato e il secondo, il minore, ucciso a Cambrils. L'accusa è di apologia di terrorismo. Nourine, residente a Ripoll, viveva in Marocco e, secondo gli inquirenti, incontrò la cellula più volte in Catalogna.

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