È caccia all'uomo da 130 milioni

Forse un pensionato o una casalinga ha sbancato il Superenalotto a Caltanissetta

È caccia all'uomo da 130 milioni

C'è una persona oggi in Italia contenta come una Pasqua di vedersi raddoppiare le tasse. È l'oscuro vincitore del jackpot da 130,2 milioni di euro del Superenalotto con una schedina da due euro giocata in una ricevitoria di Caltanissetta. Il gastone siculo sarà la prima grande «vittima» della manovra bis varata nel 2017 dal governo ed entrata in vigore da ottobre, che ha alzato dal 6 al 12 per cento l'aliquota sulla «botta di c...» per le cifre eccedenti i 500 euro. Un salasso da 7,8 milioni del quale il vincitore certo non avrà il coraggio di lagnarsi. Con i suoi quasi 115 milioni netti in saccoccia l'anonimo vincitore sarà infatti ben saldo al quinto posto tra i più beneficiati dalla sorte in Italia. Il record del 2010, con 177 milioni vinti. Il «sei» mancava da agosto 2017: ha avuto quindi otto mese per lievitare, quasi una gravidanza della fortuna.

Ieri la «Totip tris Uno», l'edicola con ricevitoria in via Vitaliano Brancati - e un cartello «affittasi» ben in vista - è stata presa d'assalto da giornalisti e cameraman. Questo è certamente l'evento dell'anno, ma forse del decennio, in questo polveroso quartiere vicino al tribunale. La domanda che corre di bocca in bocca, mentre si stappano spumanti da discount, è: chi? I titolari del negozio visitato dalla dea bendata, talmente bendata da smarrirsi in questo angolo dimenticato dell'isola, si chiamano Sabrina Vincenzina (Savarino) e Fabrizio (Sunseri). I due, badate, sono felici di essere stato il teatro dei sogni, ma hanno appena scoperto con una telefonata a Roma che a loro in quanto maggiordomi della succitata dea non spetta niente, nemmeno un buffetto, al massimo la speranza che il vincitore si ricordi di loro con un regalo. La fortuna quando porta le sue grandi torte raramente lascia cadere qualche briciola in giro.

Eppure i due coniugi quarantenni sono sorridenti mentre vengono torchiati da chiunque passi: ma davvero non ricordate chi è? «Sappiamo solo - rispondono - l'ora della giocata le 8 e mezza del mattino di martedì. Ma a quell'ora qui c'è sempre tanta gente, c'è chi compra il giornale, chi si limita a sfogliarli, chi acquista gratta e vinci, chi passa a prende le sigarette prima di andare al lavoro». L'identikit del cliente medio di questo negozietto con due porte è roba da romanzo neoneorealista dei giorni nostri: «Casalinghe, studenti, operai, pensionati, impiegati del tribunale, gente che qui tenta la sorte». Merce che fino a martedì sera non era proprio la specialità della casa.

Quindi il nuovo titolare di un conto corrente a nove cifre è quasi sicuramente un (quasi) ex povero cristo. Qualcuno che un lavoro non ce l'ha o ce l'aveva o se ce l'ha è una roba non certo da giornalisti che ti braccano. Nella piramide sociale della fortunopoli nissena, dopo magistrati e avvocati, che però di solito preferiscono set più mondani, ci sono i tecnici dell'Anas e gli operai della Cmc, l'impresa ravennate che sta costruendo le nuove carreggiate della «strada degli scrittori» che conduce ad Agrigento.

E intanto in tutta Italia si avvistano quasi supermilionari.

A Milano, in largo La Foppa, un giocatore ha centrato due «cinque» e deve accontentarsi di 40mila euro. A Lamezia Terme è stato realizzato un altro «cinque» da 19mila euro. Fanno notizia anche loro come gli scampati a un incidente. Si riparte oggi con un jackpot da 24 milioni. Roba da poveracci, non trovate?

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