Cade in piscina: bimbo di 4 anni in fin di vita. Era sfuggito al controllo dei genitori

Tragedia nel parco acquatico di Castrezzato. I dati dell'Iss: oltre metà degli annegamenti in vasca riguarda bambini

Cade in piscina: bimbo di 4 anni in fin di vita. Era sfuggito al controllo dei genitori
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Una scena terribile. Il corpicino esanime che galleggia nell'acqua della piscina. Le urla tutt'intorno. La richiesta di aiuto. E un afoso sabato di giugno si trasforma nel peggiore degli incubi. Un bambino di quattro anni è in condizioni gravissime dopo essere annegato nella piscina di un parco acquatico di Castrezzato, nel Bresciano.

Il "Tintarella di Luna" era stato inaugurato solo lo scorso 13 giugno per l'avvio della stagione estiva ed era appena cominciato il secondo fine settimana di operatività. "Era tutto in regola" ha detto il sindaco di Castrezzato Luigi Cuneo, che nei giorni scorsi ha ispezionato l'impianto con Ats e Vigili del Fuoco. Il piccolo Micheal stava trascorrendo una giornata all'insegna del divertimento quando secondo le ricostruzioni si è avvicinato alla parte più profonda della piscina - alta 140 centimetri. Questione di secondi. Nessuno l'ha sentito urlare, nessuno l'ha visto sbracciarsi. Solo quel corpo che galleggiava dopo che era finito sott'acqua. L'allarme è partito subito dopo e il bimbo è stato immediatamente soccorso con manovre di rianimazione. Prima i bagnini, poi medici e infermieri arrivati con l'elisoccorso hanno provato a salvare in tutti i modi il piccolo, che è stato poi trasferito di urgenza al Papa Giovanni XXIII di Bergamo. È arrivato nel reparto di rianimazione pediatrica e lotta ora tra la vita e la morte.

Si tratta dell'ennesima tragedia consumatasi in acqua in questo inizio d'estate che vede drammatici protagonisti dei bambini. D'altronde più della metà degli annegamenti delle piscine riguarda i bambini fino a 12 anni e in generale delle circa 330 persone che muoiono in media ogni anno per questo motivo il 12% ha meno di 18 anni - secondo l'ultimo rapporto dell'Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti e incidenti in acque di balneazione.

Ecco perché l'Istituto superiore di Sanità ha recentemente lanciato insieme a nove regioni un vademecum con i consigli per i genitori, che in molti casi commettono errori nella sorveglianza basandosi su false convinzioni. In uno studio i genitori hanno ammesso, mentre sorvegliavano il loro bambino vicino all'acqua, di aver parlato con altri (38%), di dover sorvegliare un altro bambino, di essere occupati a leggere (18%), di mangiare (17%) o di parlare al telefono (11%). Tra i genitori di bambini tra 0 e 12 anni quasi la metà (48%) credeva erroneamente che avrebbero sentito rumori e schizzi o piangere il loro bambino, se si fosse trovato in difficoltà in acqua.

Inoltre il 56% credeva che un bagnino, se presente, fosse la persona principale responsabile della supervisione del proprio bambino, e il 32% ha riferito di lasciare il proprio bambino completamente incustodito in una piscina per almeno due minuti.

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