Cade il sindaco-ombra sempre vicino a Virginia

Roma È la maledizione dei «quattro amici al bar»: uno dopo l'altro, i tre fidatissimi moschettieri che circondavano Virginia Raggi e facevano parte della chat privata (astutamente chiamata appunto «Quattro amici al bar») in cui spiegavano alla sindaca di Roma che pensare, che fare e che dire sono stati impallinati.

Raffaele Marra arrestato e poi condannato, Salvatore Romeo indagato e dimissionario. E ora anche Daniele Frongia, unico rimasto a guidare la brancolante prima cittadina nei suoi incerti passi. Frongia, inciampato ieri nell'avviso di garanzia per corruzione, è un personaggio chiave del potere grillino su Roma. Quarantasei anni, dipendente Istat in aspettativa e appassionato di arti marziali, fece parte del primo nucleo di consiglieri comunali pentastellati a Roma. Era uno dei potenziali candidati a fare il sindaco, ma - una volta compreso su chi puntasse il vertice - preferì tirarsi fuori e far convergere il suo pacchetto di preferenze sulla Raggi nelle votazioni interne. Il legame con Virginia quindi divenne quindi ancor più stretto, fu lui a scrivere il programma elettorale (totalmente inattuato, forse per fortuna) della candidata scelta dalla Casaleggio.

Una volta eletta, Raggi lo volle fortemente come capogabinetto, per delegargli il più possibile del suo lavoro. Fu la sua prima nomina, quando ancora non esisteva neppure la giunta. Ma le bande avverse interne ai Cinque stelle romani si misero di traverso contro la nomina, posero veti e alla fine la fecero saltare per un garbuglio burocratico sulla sua incompatibilità.

La Raggi però lo voleva comunque al suo fianco, e lo fece vicesindaco, con Marra capo di gabinetto. Nacquero così i «Quattro amici al bar», vero nucleo del potere capitolino, i fitti scambi di messaggi sugli affari comunali e gli incontri sul tetto del Campidoglio immortalati nelle foto.

Nel dicembre del 2016 si scatenò però il terremoto dell'arresto di Marra, e i vertici grillini iniziarono un forte pressing sulla sindaca perché tagliasse un po' di teste. Così Frongia perse la poltrona da vicesindaco, ma Virginia si impuntò per farlo comunque restare in giunta, come assessore allo Sport, e lui continuò ad essere «sindaco ombra» e stretto consigliere politico della Raggi. Il gossip interno ai Cinque stelle, ripreso anche da qualche rotocalco (denunciato per diffamazione dalla sindaca), ha a più riprese dipinto il legame tra i due come personale ancor prima che lavorativo, e lei ha smentito in tribunale: «Io e Frongia non abbiamo mai avuto una relazione affettiva, né sono stata mai sua fidanzata o amante.

Abbiamo solo lavorato insieme». Dopo la tegola di ieri, Frongia si è «autosospeso» dal partito e ha rimesso le deleghe da assessore. Ma si dice certo dell'archiviazione, ed è pronto a tornare in pista. Sempre che il Campidoglio resti in piedi.

LCes

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