Calabria, commissario in alto mare Sfida tra l'ex Gdf e la prefetto Latella

C'è anche un outsider, un giovane avvocato cosentino. Ma la partita sono i fondi Ue per la sanità. E le Regionali del 2021

Calabria, commissario in alto mare Sfida tra l'ex Gdf e la prefetto Latella

Calabrese, pugno di ferro e tanta autorevolezza. Sono queste le tre caratteristiche che Giuseppe Conte, che ha preso in mano la partita personalmente, sta cercando per il nuovo commissario alla Sanità. L'obiettivo è evitare di trasformare questa farsa nell'ennesima grana per la maggioranza giallorossa. Al momento in cui il Giornale va in stampa la rosa è ristretta a due nomi di peso, cui si aggiunge un possibile outsider, l'avvocato cosentino di 38 anni Mazzetti. A spuntarla all'ultimo minuto dovrebbe essere Luisa Latella, reggina di nascita, ex prefetto di Catanzaro fino al 2018 e commissario all'Asp di Catanzaro. Un curriculum eccellente e una invidiabile fedeltà alle istituzioni ne fanno il candidato perfetto anche di fronte all'altro calabrese eccellente, l'ex ufficiale della Gdf Federico D'Andrea. Il sorpasso si sarebbe consumato ieri, complicando ancora di più la partita tra Pd e M5s, già alle prese con le grane su Bilancio, Mes e «allargamento» a Forza Italia.

I capi delegazione delle forze di maggioranza nel pomeriggio sembravano convinti che il Consiglio dei ministri di ieri sera sarebbe stato decisivo e che il nuovo commissario sarebbe stato il consigliere di A2A D'Andrea, considerato molto amico di magistrati milanesi del calibro di Francesco Greco, con cui ha lavorato in procura come ufficiale di Pg e Gherardo Colombo, che l'ha portato con sé al Sole 24 Ore. Ma sull'ex Gdf pesa, non tanto l'inflessibilità e l'indubbia capacità investigativa, ma la vicinanza ad ambienti di centrosinistra - è benvoluto dal sindaco di Milano Beppe Sala - e una certa spigolosità caratteriale. In realtà la partita è molto più complessa. «Vogliono portare allo sfinimento i calabresi, ingenerando in loro l'idea che questa maggioranza di centrodestra sia incapace di far uscire la Calabria dallo stallo», dice al Giornale una fonte. Soprattutto adesso che è decapitata sia sul fronte amministrativo che su quello più squisitamente politico (ieri si è dimesso da presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini, considerato una pedina della famiglia Grande Aracri). Sullo sfondo infatti ci sono le Regionali, previste probabilmente a marzo-aprile del prossimo anno, da tenersi insieme alle Amministrative che vedranno il centrosinistra provare a difendere città come Roma, Milano e Torino dall'attacco del centrodestra. «Anche la mossa di Strada come partner della Protezione civile va letta in questa direzione», anche se ha fatto infuriare il magistrato antimafia Nicola Gratteri, ascoltatissimo da Palazzo Chigi: «Qui si pensa che il male della sanità sia il Covid, è il contrario - ha detto il procuratore di Catanzaro a SkyTg24 - Perché devono arrivare cinque ospedali da campo se ci sono 18 ospedali chiusi?», è il suo mantra. «Ma in realtà il disegno è un altro. Se il duo Strada-neo commissario dovesse funzionare, la ricaduta positiva sarà tutta per il centrosinistra. Viceversa - spiega la fonte - sarà gioco facile dare la colpa alla 'ndrangheta, che nella narrazione delle Procure e dei giornali ha sostenuto il centrodestra», anche se i boss stanno con chi comanda.

In ballo ci sono i soldi europei in arrivo per rifare gli ospedali, assumere medici e infermieri e

acquistare letti e macchinari. «Soldi che fanno gola alle cosche ma che avrebbero sul territorio una rendita smisurata in termini di consensi elettorali». Altro che Covid, in Calabria il vero virus resta la classe politica.

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