La Calabria come in guerra. Sui tetti per sfuggire all'acqua

In 24 ore la pioggia di 4 mesi. Tre vittime, case evacuate e centinaia di sfollati. Chiesto lo stato di calamità

La Calabria come in guerra. Sui tetti per sfuggire all'acqua

Lo scenario è quello di una catastrofe bellica. Ma le bombe che stanno devastando la Calabria sono «solo» bombe d'acqua. Micidiali, però, quanto quelle vere.

Un diluvio che nelle ultime 24 ore ha concentrato la pioggia 4 mesi e che ha messo in ginocchio soprattutto la zona del crotonese e del lametino. Centinaia le case evacuate con i soccorritori che hanno recuperato perfino persone cui l'unica via di salvezza è stata quella di salire sui tetti. E poi fiumi in piena, frane, traffico in tilt, feriti e danni per milioni di euro. Ma la tragedia più immane è quella della mamma morta insieme con i due figli di 7 e due anni, tutti travolti dalla piena del fiume Lametino che, insieme all'auto su cui viaggiavano, si è portato via anche le loro vite. Crollato il ponte delle Grazie, sulla strada provinciale 19, e numerosi smottamenti hanno interessato altre strade. Alcune famiglie sono state evacuate a causa delle esondazioni e del rischio frane. In particolare il torrente Scorsone è straripato in più punti, travolgendo alberi, strade, muri e pali delle linee elettriche. L'acqua ha raggiunto il metro e mezzo di altezza. Drammatiche le testimonianze via social: «Qui la strada non c'è più, è sparito tutto. Sembra uno tsunami».

Nel Lametino è esondato il torrente Cantagalli e in alcuni quartieri gli abitanti hanno trovato riparo nei piani superiori degli stabili; necessario, per salvarli, l'intervento dei vigili del fuoco con i gommoni. Sono stati soccorsi anche automobilisti bloccati: le vetture erano state invase di acqua e all'interno c'erano alcuni bambini ed una donna incinta. La piena del fiume Angitola, nel Vibonese, ha sgretolando il terreno sottostante uno dei piloni dell'imponente viadotto sul quale scorre la ferrovia.

La Protezione civile della Calabria ha emesso un messaggio di «allerta rosso» per la fascia ionica catanzarese e per la provincia di Crotone; sul resto della regione è prevista «allerta arancione».

«Abbiamo già avanzato al governo la richiesta dello stato di emergenza naturale», afferma il presidente della Regione, Mario Oliverio.

«Sono in costante contatto costante con il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli che si è recato sul posto per monitorare la situazione. Lo Stato non abbandonerà la Calabria», ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Gli ha fatto eco, il vicepremier Di Maio: «Un caro saluto va a tutti i cittadini calabresi e alle famiglie delle vittime di questa sciagura. Spero che molto presto si possa evitare di morire per la pioggia, dovremo fare tanti investimenti che si dovevano fare tanti anni fa: cercheremo di recuperare 15 anni di ritardo in qualche anno. Ho sentito il presidente Conte che sta seguendo la vicenda, siamo tutti vicini alla Calabria e alle amministrazioni locali».

Ma anche nel resto del Sud la situazione maltempo è preoccupante. La Protezione civile della Regione Campania ha diramato un nuovo avviso di criticità meteo di colore giallo per temporali valido per oggi e domani.

Anche a Catania si fa la conta dei danni: pezzi di asfalto e pietre per strade, commercianti che ancora puliscono negozi allagati, un rione interamente isolato, alberi caduti che vengono rimossi. La centralissima via Etnea era fini a ieri un fiume in piena, con le auto sommerse dall'acqua.

Violento nubifragio anche in Puglia, nel Tarantino, dove sono state chiuse le scuole.

Da ieri pomeriggio il servizio di Protezione civile regionale ha emesso un'«allerta arancione» per l'arco ionico e la Puglia meridionale; allagate anche alcune zone dell'Ilva.

Il mese di ottobre non poteva cominciare peggio.

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