Coronavirus

"Calabria da record con le iniezioni. La svolta con i premi sulle prime dosi"

Il governatore azzurro: "Così abbiamo coinvolto medici e Comuni"

"Calabria da record con le iniezioni. La svolta con i premi sulle prime dosi"

«Normalmente la Calabria viene segnalata per i suoi ritardi e le sue difficoltà. Siamo abituati a vederla come fanalino di coda nelle classifiche, per lavoro, sanità, infrastrutture. Credo sia giusto rimarcare il grande lavoro fatto nelle ultime settimane che ci ha portato in questi primi giorni di gennaio a diventare la prima regione per numero di vaccinazioni rispetto ai target fissati dal generale Figliuolo». Roberto Occhiuto è da fine ottobre alla guida della Regione Calabria e ha deciso di investire con forza sulla campagna vaccinale.

Presidente, iniziamo dai numeri. Quante vaccinazioni giornaliere vengono fatte oggi nella sua regione?

«Il nostro target era di 18.145 vaccinazioni, siamo arrivati fino a 26.447. Oggi (ieri per chi legge) abbiamo già superato il target e credo che arriveremo sulle 22mila, 23mila dosi. Nei primi quattro giorni dell'anno abbiamo somministrato 68.646 dosi, il 21,23% in più rispetto alle 56.625 fissate come obiettivo. A gennaio abbiamo avuto i tassi di incremento maggiori a fronte di un coefficiente di difficoltà obiettivamente superiore rispetto alle altre regioni. Dal primo dicembre al 5 gennaio siamo a circa 530mila vaccinazioni, di queste quasi 60mila sono prime dosi».

Che tipo di strategia avete adottato?

«I problemi di un territorio complesso come il nostro non si risolvono con la bacchetta magica dall'oggi al domani. Ma da due mesi lavoriamo h24 per voltare pagina e ricominciare. Il mio primo intervento da governatore è stato quello di mantenere aperti tutti i centri vaccinali della Regione, in un periodo - i primi giorni di novembre - nel quale la pandemia sembrava darci un po' di tregua e qualcuno, sbagliando, pensava alla smobilitazione. Ho coinvolto tutte le Aziende sanitarie provinciali e le Aziende ospedaliere, ho chiesto aiuto alla struttura commissariale nazionale, ho utilizzato le unità mobili per gli utenti con maggiori difficoltà, ho spronato alcuni piccoli Comuni che erano in grave ritardo, ho incentivato i medici di medicina generale e i pediatri. Il risultato ci rende orgogliosi visto che abbiamo distanziato corazzate come Lombardia, Veneto, Emilia Romagna».

La campagna vaccinale riuscirà a evitare restrizioni più severe?

«Ho sempre considerato le somministrazioni fondamentali per contrastare il Covid, a maggior ragione in una Regione come la nostra, con una sanità fatiscente e una rete ospedaliera fragile. I contagi sono in aumento, ma la pressione non riguarda tanto le terapie intensive quanto i ricoveri ordinari dei pazienti Covid».

Come avete fatto a incrementare le prime dosi?

«Abbiamo puntato sulla sensibilizzazione, ma anche rinegoziato gli accordi con i medici di medicina generale accordando 25 euro per ogni nuova prima dose. Oggi i numeri sono già da zona arancione, ma se ci fossero restrizioni per i non vaccinati non mi straccerei le vesti, mentre non sono disponibile a restringere le libertà dei vaccinati.

Non si tratta di avere un approccio punitivo ma ogni scelta comporta delle conseguenze».

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