Calci e mazze da baseball per 40 rapine Presi i minorenni da «Arancia meccanica»

A capo della batteria di dieci giovani una 15enne romena. La più cattiva

Stefano Vladovich

Aggressioni a colpi di mazza, calci e pugni e persino l'assalto a una volante di polizia. Una banda di ragazzini, tutti fra i 15 e i 17 anni, è stata individuata e spedita in riformatorio. Il capo? Una 15enne, una romena che, davanti al giudice, si scaglia contro i genitori in lacrime: «Se sono diventata così è colpa vostra che state tutto il giorno fuori di casa a lavorare». Una gang terribile, che terrorizza i viaggiatori della Roma-Lido e i vigilanti alla stazione di Acilia.

L'episodio «pilota» di una lunga serie di aggressioni accade a ottobre sotto la pensilina del trenino per Roma. Sono in sei: il capobanda, la ragazza, si avvicina ad una giovane donna. E le si avventa contro con una scarica di pugni. La scena, ripresa dalle telecamere di sorveglianza, è di una violenza inaudita. La vittima cerca di ribellarsi, cade a terra. Il branco le ha già sottratto il portafogli ma il cellulare, fortunatamente, no. Poco prima dell'aggressione aveva fatto in tempo a scattare una foto ai ragazzini scalmanati. «È il punto di partenza per una lunga indagine, complicata soprattutto per l'età dei delinquenti» spiegano gli agenti del commissariato Lido di Roma. Siamo ad Acilia, quartiere fra il mare e la capitale. Una zona difficile. In cinque mesi sono almeno 40 gli assalti a studenti, pendolari e negozianti. A capo ci sono sempre loro, tre ragazzi di origine romena e uno egiziano, più altri a rotazione. «Figli di onesti lavoratori» precisano gli inquirenti. Attorno ai «fondatori» della gang un'intera batteria fatta da almeno dieci componenti, italiani e stranieri. Tutti agli ordini della 15enne. Spregiudicata, rabbiosa e molto violenta. La più cattiva del gruppo.

In un'occasione la vittima è un ragazzino delle medie che torna da scuola. Non ha denaro. Per sfregio i quattro gli svuotano sui binari lo zaino pieno di libri. Quando qualcuno prova a difendere gli aggrediti viene preso a sassate. È successo a un 63enne: la capobanda gli lancia un «sampietrino», un cubetto di porfido della strada. Il vicequestore Eugenio Ferraro capisce che bisogna stringere i tempi, agire prima che possa accadere qualcosa di irreparabile. La gang aggredisce anche per pochi spiccioli: in un caso manda in ospedale due adulti intervenuti per difendere un ragazzo derubato. Sempre ad Acilia rapinano un ambulante nordafricano e gli ribaltano il banchetto, autorizzato, con la merce. In alcune occasioni prendono il treno e colpiscono nella capitale. In via Cavour non si fermano nemmeno davanti a una volante di polizia. La «pantera» viene danneggiata e un poliziotto ferito. I piccoli criminali «non hanno rispetto verso qualsiasi forma di autorità» sottolinea il vicequestore Ferraro. La rapina più violenta al bar della stazione gestito da due cittadini cinesi.

«O ci date i soldi o vi diamo fuoco al locale» la minaccia. A un ragazzino, accerchiato, gli gettano la cartella nella fontana. Nel filmato il tentativo della vittima di salvare penne e i quaderni, «sennò a casa sono guai».

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