Politica

Il calcolo sbagliato di Matteo sugli Usa

Il peso dell'ex Cia Pompeo nella sua caduta

Il calcolo sbagliato di Matteo sugli Usa

Nei giorni successivi alla decisione di Matteo Salvini di terminare il governo con il Movimento Cinque Stelle, si è cercato di comprendere le motivazioni che lo hanno portato a consumare lo strappo con i grillini. Se molto si è scritto sulle cause di politica interna, a partire dal ruolo di Matteo Renzi, non ci si è sufficientemente concentrati sull'importanza della politica estera nella crisi del governo. Posta l'evidente volontà dell'Unione europea di favorire la formazione di un nuovo esecutivo Pd-M5S con l'avvallo di Macron e Merkel, ha sorpreso il tweet di Donald Trump in favore di Giuseppe Conte nei febbrili giorni delle trattative politiche. Innumerevoli sono state le interpretazioni, le dietrologie, i punti interrogativi di un tweet che è apparso, oltre che un endorsement di Conte, una sconfessione nei confronti di Salvini. I retroscena che oggi arrivano dagli Stati Uniti aiutano a comprendere meglio la crisi italiana e la posizione assunta del governo americano. La notizia del licenziamento del consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton da parte di Trump, spiega il cambio di equilibri all'interno dell'amministrazione americana dove ha un peso sempre più consistente il Segretario di Stato Mike Pompeo. Sebbene secondo accreditate fonti del mondo conservatore americano il tweet di Trump a favore di Conte sia stata una decisione del Presidente senza consultarsi con il Dipartimento di Stato, il più forte sostenitore di Salvini nel governo Usa era proprio John Bolton.

L'ex ministro dell'Interno italiano non era riuscito a costruire solide relazioni nell'esecutivo guidato da Trump né negli influenti ambienti del deep state. Ma c'è di più: proprio Pompeo (che in precedenza è stato capo della Cia) sembra essersi infastidito per i legami russi della Lega oltre che per l'adesione dell'Italia alla via della seta. A ciò si aggiunga che l'entrata in scena di Renzi ha rimesso in gioco le componenti del Partito Democratico che coltivano da tempo rapporti con gli Stati Uniti, in particolare con il mondo della finanza, il deep state e soprattutto con il Dipartimento di Stato. La posizione del governo americano nei confronti di Salvini è spiegata alla perfezione da John Gizzi, corrispondente alla Casa Bianca per Newsmax, definito «l'uomo che conosce tutti a Washington» e uno dei più influenti analisti politici americani: «Al di là di Bolton, i sostenitori di Salvini sono più al di fuori del governo piuttosto che al suo interno a partire dai leader tradizionali del movimento conservatore e dal gruppo di intellettuali legati all'area del national conservatism».

Come insegna la storia, ancora una volta la partita per decidere il futuro dell'Italia si è giocata più al di fuori dei confini nazionali che all'interno del nostro paese.

Commenti