New YorkI mezzi armati dei terroristi dell'Isis avanzano in Libia mentre all'Onu la diplomazia procede piu' lentamente e l'inviato speciale nel Paese africano, Bernardino Leon, chiede altro tempo per portare avanti i negoziati. Al Palazzo di Vetro in nottata si è riunito il Consiglio di Sicurezza, ma l'azione dell'organo esecutivo delle Nazioni Unite va a rilento. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha scelto di dare ancora fiducia al suo inviato, e anche i Paesi occidentali hanno deciso di rilanciare l'azione diplomatica di Leon, nonostante sino ad ora non abbia portato i risultati sperati.
Il dialogo avviato da Leon «è la chance migliore per aiutare la Libia a uscire dalla crisi in cui si trova», ha detto Ban, secondo cui «solo attraverso tale dialogo i libici potranno costruire uno Stato e istituzioni capaci di fronteggiare il terrorismo». Anche l'Italia è determinata a contribuire alla stabilizzazione del Paese africano attraverso il dialogo sponsorizzato dalle Nazioni Unite, e come ha spiegato l'ambasciatore Sebastiano Cardi, rappresentante permanente al Palazzo di Vetro, è pronta ad assumere un ruolo guida nella cornice dell'iniziativa Onu. Nel frattempo, il presidente americano, Barack Obama, ha lanciato un appello ai leader musulmani a schierarsi nella lotta contro gli estremisti, sottolineando: «Non siamo in guerra con l'Islam, ma contro gente che ha tradito l'Islam». «La violenza contro innocenti non difende l'Islam, ma danneggia l'Islam e i musulmani», ha aggiunto l'inquilino della Casa Bianca. Per partecipare alla riunione di emergenza dei Quindici sono arrivati a New York il ministro degli Esteri del governo libico a Tobruk - quello internazionalmente riconosciuto - Mohamed al Dairi, e il collega egiziano Sameh Shoukry, inviato dal presidente Al Sisi al quartier generale dell'Onu per proseguire i contatti a tutto campo. Al Dairi ha domandato al Consiglio di Sicurezza la revoca dell'embargo della vendita di armi, ma ha anche precisato che il suo governo non chiede un intervento internazionale nel Paese. Anche il ministro degli Esteri egiziano si è unito alla richiesta per la fine dell'embargo delle armi, e ha aggiunto quella di un blocco navale per impedire che spedizioni di armi arrivino in aree fuori dal controllo delle autorità legittime. Il Cairo è in prima linea insieme alla Francia nel portare avanti il negoziato, dopo la pubblicazione da parte dell'Isis di un video che mostra la decapitazione di 21 cristiani copti egiziani, e Shoukry ha spiegato che la Giordania sta circolando una bozza di risoluzione tra i Quindici che tra i suoi punti autorizza anche l'assistenza internazionale nella lotta al terrorismo.
Se il ministro degli Esteri del Cairo ha ricevuto manifestazioni di solidarietà per la morte degli egiziani in Libia, e l'ambasciatore russo al Palazzo di Vetro, Vitaly Churkin, ha assicurato che i cinque membri permanenti lavoreranno insieme ad un progetto di documento, sembra pero' allontanarsi la possibilità di un intervento militare sotto l'egida dell'Onu.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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