Come cambia l'Italia di Draghi. ​La diretta con Sallusti e Sapelli

L'evento sul Giornale.it organizzato da Eureca. Ospiti di Angelo Polimeno Bottai anche La Russa e Pomicino

Come cambia l'Italia di Draghi. ​La diretta con Sallusti e Sapelli

Ce la farà Mario Draghi? E come cambierà l'Italia guidata dal banchiere chiamato da Mattarella a fare il premier? Se ne parla, in diretta sul Giornale.it, in un dibattito ricco di interventi. Organizzato da Eureca, e moderato da Angelo Polimeno Bottai, l'incontro ha come ospiti Giulio Sapelli, Alessandro Sallusti, Ignazio La Russa e Paolo Cirino Pomicino.

I primi ostacoli per l'ex presidente della Bce arrivano dalle stesse forze che appoggiano il nascituro esecutivo. Si è visto con la vicenda delle piste da sci, che ha creato le prime importanti tensioni. Riuscirà Draghi a compensare le così tante anime che compongono la maggioranza? Primo appunto: il banchiere è sicuramente un ottimo economista, ma dovrà dimostrare anche di essere un buon politico. Mediare, accontentare i partiti, bacchettare chi esce dal seminato. Per Sallusti sarebbe stato più comodo un governo interamente "tecnico", sia per Draghi che per i partiti. Più facile gestire i ministri, ma soprattutto minori sarebbero state le tensioni interne alle forze politiche. "Ci sono gelosie interne - dice il direttore - Chi non è diventato ministro è furente e creerà problemi ai partiti". Ma è anche vero che un esecutivo di tecnici "lascia a desiderare". "Preferisco un governo politico che uno di soli tecnici. Abbiamo visto l'esempio di Monti, anche se sono due situazioni diverse: siamo una Repubblica parlamentare e da qualche parte la politica deve esserci".

Il primo vero dossier sul tavolo del premier si chiama Recovery Fund. L'atteso discorso per la fiducia farà capire gli orientamenti del presidente del Consiglio, per ora rimasto silente. "Spero che Draghi metta a terra il Recovery Fund, altrimenti è un grande problema - dice invece Giulio Sapelli - I mercati e i tedeschi si aspettano questo. E spero anche che la Lega, ultimo partito rimasto, faccia sentire il suo peso per difendere le piccole e medie aziende".

Convinto sulla posizione contraria Ignazio La Russa. "Al governo già litigano - attacca - e lo faranno nonostante Draghi sia una persona stimata da tutti". Non solo su tasse, migranti e lavoro. Anche sulla gestione della pandemia: "C'è chi dirà che hanno fatto bene a chiudere un'ora prima dell'apertura degli impianti - dice La Russa - altri sosterranno il contrario".

Fdi comunque assicura collaborazione: "Il nostro primo interesse è l'Italia, quindi voteremo tutti i provvedimenti su cui siamo d'accordo. Saremo noi i migliori alleati di Draghi, perché non chiederemo nulla: siamo patriottici".

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