Alla Camera rimossi gli esponenti di Fi e M5S, il Pd fa il pieno di poltrone. Malumori azzurri

RomaNon è più tempo di larghe intese, né di apertura verso il Movimento 5 Stelle. Il Pd di Matteo Renzi fa l'asso pigliatutto (e pigliapoltrone) nel rinnovo di metà legislatura della guida delle 14 commissioni della Camera, salvando anche la minoranza Dem.

Saltano tutti i presidenti delle commissioni parlamentari appartenenti a Forza Italia. La maggioranza si blinda eliminando i vicepresidenti targati M5S con una sola eccezione, quella di Alfonso Bonafede, l'unico riconfermato nel ruolo di vicepresidente della commissione Giustizia. Non vengono rieletti, invece, tutti gli altri vicepresidenti a 5 stelle: Alessandro Di Battista agli Esteri, Carla Ruocco alle Finanze, Giorgio Sorial al Bilancio, Danilo Toninelli agli Affari costituzionali, Davide Crippa alle Attività produttive. Confermati, invece, gli ex M5S come Massimo Artini, Walter Rizzetto e Adriano Zaccagnini.

Lascia la guida della commissione Affari costituzionali l'azzurro Francesco Paolo Sisto. Al suo posto subentra Andrea Mazziotti di Scelta civica. Tra le novità c'è anche Maurizio Bernardo di Area popolare, eletto presidente della commissione Finanze al posto dell'uscente Daniele Capezzone, entrato in Parlamento nelle liste del Pdl ma ora tra gli esponenti dei Conservatori e riformisti di Raffaele Fitto. Bernardo libera così il posto di tesoriere del gruppo Ncd. Flavia Piccoli Nardelli del Pd viene eletta presidente della commissione Cultura e sostituisce Giancarlo Galan, attualmente agli arresti domiciliari. Altra novità in commissione Difesa dove al posto di Elio Vito viene eletto Francesco Saverio Garofani del Pd. Alla guida della commissione Affari sociali, invece, è stato eletto Mauro Marazziti deputato «Per l'Italia-Centro democratico» che sostituisce Pierpaolo Vargiu (Scelta civica). Confermati poi tutti gli altri presidenti: Donatella Ferranti (Pd) alla Giustizia; Francesco Boccia (Pd) al Bilancio; Fabrizio Cicchitto (Ap) agli Esteri; Ermete Realacci (Pd) all'Ambiente; Cesare Damiano (Pd) al Lavoro; Luca Sani (Pd) all'Agricoltura; Guglielmo Epifani (Pd) alle Attività produttive; Michele Meta ai Trasporti e Michele Bordo (Pd) alle Politiche europee.

Dentro Forza Italia i malumori si appuntano soprattutto sulla rimozione di Elio Vito dalla Commissione Difesa, alla luce dell'impegno profuso e dell'esperienza accumulata sul caso dei marò che avrebbe meritato una continuità di impegno. «Nell'incontenibile ansia di fare il pieno di poltrone, il Pd si è impossessato anche della commissione Difesa della Camera, dove Elio Vito aveva svolto un ruolo di garanzia con spirito super partes» dichiara Maurizio Gasparri.

«Commissioni: collaborazione e condivisione a parole. Lottizzazione nei fatti. Ecco il Pd» scrive su Twitter Giovanni Toti. Critica con la mancata conferma di Vito anche Giorgia Meloni. «È vittima - dice - della lottizzazione da parte del Pd».

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