Londra - Obbligatorio, intensivo, non retribuito. Sono questi tre aggettivi, spesso non amati, a definire le tre settimane del corso introduttivo al lavoro, riservato ai giovani disoccupati che il Governo Conservatore britannico ha intenzione di far partire dall'aprile del 2017, ma che è già stato avviato in via sperimentale in Cumbria e nello Yorkshire. Chi si rifiuterà di farlo perderà il diritto all'indennità di disoccupazione che attualmente è di 57.90 sterline a settimana. Ad illustrarlo il capo della Ragioneria Generale e ministro per gli Affari, Matt Hancock che dirige anche una squadra denominata «Earn or Learn» (guadagna o studia) costituitasi per combattere la disoccupazione giovanile. Il programma è già stato soprannominato boot camp lavorativo e il nomignolo richiama alla memoria i durissimi campi di addestramento in stile militare nei quali vengono spediti gli adolescenti ribelli americani e inglesi. In realtà nulla di più lontano da questo, come spiegavano ieri i maggiori quotidiani nazionali, l'appellativo viene giustificato soltanto dall'intensità delle tre settimane di corso che prevede 71 ore di lezione.
Tenuto prevalentemente in classe, il programma è stato studiato per i ragazzi tra 18 e 21 anni e si prefigge di fornire loro ogni genere di supporto informativo e tecnico utile per trovare un'occupazione o un corso di apprendistato nei successivi sei mesi. Il funzionamento è semplice. Nel momento in cui un ragazzo dichiara di essere disoccupato e richiede i benefit statali previsti viene immediatamente inserito nel programma che si svolge nei centri per l'occupazione. Durante le tre settimane di corso gli viene insegnato a redarre un curriculum vitae, a compilare una richiesta di lavoro, a vendersi nel modo migliore durante i colloqui con le aziende. Tutti i partecipanti verranno seguiti da insegnanti pronti a giudicare e a migliorare i risultati raggiunti giorno dopo giorno. I candidati non hanno scelta, devono seguire il corso altrimenti niente indennità di disoccupazione. Una riforma tosta, quella del governo Cameron, intesa a creare una cultura dell'occupazione giovanile senza più scuse che giustifichino il sistema assistenziale considerato da decenni il tallone d'Achille della società inglese. «Ero fortemente determinato a porre fine alla forma di welfare che è ormai insita in alcune delle comunità più vulnerabili del nostro Paese» ha dichiarato Hancock, illustrando le motivazioni di una riforma che non ha mancato di sollevare critiche decise soprattutto dai banchi dell'opposizione. «Lavorando in modo trasversale con il governo per fare in modo che ogni giovane abbia un lavoro o un corso di preparazione a questo, avviando più di tre milioni di corsi di apprendistato, espandendo i corsi di formazione aziendale, assicurandoci che una vita basata sui benefit semplicemente non sia piu' un'opzione percorribile -ha poi aggiunto il ministro - intendiamo combattere quella dipendenza strisciante dal welfare in modo che questa non venga trasmessa di generazione in generazione. Ci stiamo impegnando per porre fine alla disoccupazione giovanile di lungo termine e per costruire un Paese per lavoratori, dove nessuno venga classificato alla nascita e dove chiunque possa esprimere il proprio potenziale». Un discorso da sogno americano a cui gli Inglesi pero' non sono più abituati.
Alcuni studi citati dal Telegraph rivelano che attualmente le aziende preferiscono assumere immigrati piuttosto che pagare un apprendista proprio a causa della scarsa qualità dei ragazzi appena usciti dalle scuole professionali. Ad esempio, la maggior parte dei 75 centri di formazione contattati dall'Imi (Institute of the Motor Industry) ha dichiarato che la prospettiva occupazionale per i ragazzi usciti dalle scuole è decisamente bassa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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