Ci sono due indagati nell'inchiesta della Procura di Milano sul caso della fornitura di camici a Regione Lombardia durante l'emergenza Covid. Si tratta di Andrea Dini, cognato del governatore Attilio Fontana e titolare di Dama srl, e di Filippo Bongiovanni, direttore generale della società Aria, la centrale di acquisti regionale. L'accusa ipotizzata è di turbativa d'asta.
L'inchiesta, affidata alla Guardia di finanza, è coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Luigi Furno e Paolo Filippini. È stata aperta all'inizio di giugno senza ipotesi di reato, che è stata formulata successivamente: «Turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente». Nessuno era stato iscritto inizialmente sul registro degli indagati, a quanto si sapeva, fino alla notizia di ieri. L'Ansa riporta inoltre che i pm hanno sentito come testimoni l'assessore regionale all'Ambiente, Raffaele Cattaneo, e il presidente di Aria, Francesco Ferri. Proprio ieri i militari del Nucleo speciale di polizia valutaria delle Fiamme gialle, su delega della Procura, si erano recati negli uffici della Regione per acquisire la documentazione relativa ai contratti di fornitura. La commessa da 513mila euro per la consegna di camici e altro materiale medico fa appunto riferimento alla Dama, società di cui la moglie del presidente lombardo, Roberta Dini, detiene una quota del 10 per cento e che è gestita dal fratello, erede di una famiglia di imprenditori storici di Varese cui fa capo il noto marchio Paul&Shark. Il caso era emerso dopo un'inchiesta giornalistica di Report. Ai cronisti della trasmissione Dini aveva spiegato che la fornitura c'era stata ma sotto forma di donazione all'ente pubblico, in un momento di grave difficoltà nel reperire dispositivi indispensabili negli ospedali, e che quindi non era previsto alcun introito per la società.
La fattura, aveva aggiunto il manager, era stata emessa per errore e il denaro era poi stato restituito al Pirellone. «Per quello che so - aveva sottolineato Fontana -, perché certo non ho seguito quella vicenda, quella era una donazione e mio cognato ci ha rimesso».
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