La Campania dà i numeri: 390mila in fila per il reddito

Tante domande ma soltanto 561 navigator nei centri per l'impiego: a ognuno toccheranno 2.300 richieste

La Campania dà i numeri: 390mila in fila per il reddito

Il reddito di cittadinanza continua a mietere amarezze di giorno in giorno. La buffonata escogitata dai grillini non smette di stupire (in negativo), e dopo aver scovato agli sportelli dei Caf un po' di tutto (immigrati, rom, ex brigatisti e mafiosi, come quelli del clan Spada a Ostia), dalla Campania arrivano altre splendide chicche.

In quella regione si calcola ci siano ben 390mila beneficiari potenziali del reddito di cittadinanza. Trecentonovantamila disoccupati o presunti tali (per 5 milioni e 800mila abitanti). Trecentonovantamila persone addivanate (soprattutto nel capoluogo) che non riescono, o non vogliono, trovarsi un onesto lavoro. E questi rappresentano circa il 10 per cento dell'intero bacino italiano.

Ma da Napoli a Caserta, da Avellino a Salerno e a Benevento, queste trecentonovantamila persone avranno a disposizione soltanto 46 centri per l'impiego che, in totale, possono contare su un organico complessivo di 561 dipendenti. Ciascuno di quegli impiegati dovrebbe, secondo un rapido calcolo, seguire la pratica e la ricerca di un lavoro (anzi, tre) per 2.289 beneficiari. Praticamente impossibile.

Ora, se è vero che, seguendo la strategia Casaliniana, il reddito di cittadinanza andrebbe usato soprattutto come arma di convinzione di massa per i tanti elettori che del Movimento 5 stelle, delle loro balle e delle loro gaffe ne hanno già le scatole piene, va considerato che tra venerdì scorso, 8 marzo, e le elezioni europee, sono rimasti solo 52 giorni lavorativi. Ciò significa che questi 46 centri per l'impiego, per accontentare le volontà politiche grilline, dovrebbero evadere circa 7.500 richieste al giorno. Ma considerando che i loro uffici sono aperti solo dalle 9 alle 12 e dalle 14,15 alle 15,30 (secondo il fuso orario di Napoli), questa operazione è fantascienza.

In pratica tra le 9 e le 12 e tra le 14 e le 15,30, quindi in appena 4 ore e mezza di lavoro (comprese le pause caffè che in 4 ore a Napoli sono almeno 4), quei quarantasei centri per l'impiego dovrebbero essere in grado di elaborare, ciascuno, 163 richieste al giorno, che vuol dire una richiesta ogni 99 secondi. Il dato esce fuori da un semplice calcolo: se il tempo lavorativo quotidiano è di 270 minuti, ovvero 16.200 secondi, le richieste medie potenziali per ogni centro per l'impiego sono appunto 163 al giorno. Questo tenendo anche presente che il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha abrogato l'Agenzia regionale per il lavoro, Arlas. Un genio.

Severino Nappi, dirigente di Forza Italia, ex assessore al Lavoro della Regione Campania, professore di Diritto del lavoro, in campo da qualche settimana con la campagna «Il nostro posto» per la sfida alla presidenza della Campania in programma nel 2020, è convinto che questa operazione «si rivelerà un boomerang per i Cinquestelle proprio qui, dove avevano alimentato forti aspettative che adesso rischiano di rimanere deluse, come altrove.

È giusto creare strumenti per combattere povertà vecchie e nuove in luoghi dove la disoccupazione tocca il 50 per cento, ma che cosa succederà, tra un anno e mezzo, quando i soldi per il sussidio saranno finiti? Ci sarà qualche posto di lavoro in più o, come al solito, le nostre ragazze e i nostri ragazzi saranno costretti ad andare via, delusi dal nuovo fallimento della politica delle promesse?». La seconda che hai detto.

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