Coronavirus

Campania, il giallo sui numeri. De Luca vuole lockdown (e soldi)

L'Iss valuta "inaffidabile" il report fornito dai vertici campani. Il governatore punta ai ristori governativi

Campania, il giallo sui numeri. De Luca vuole lockdown (e soldi)

Il dato sul numero dei contagiati per coronavirus in Campania rievoca un romanzo di Agatha Christie: menzogne, strategie segrete e veleni. Ieri l'ennesimo colpo di scena: la Regione Campania fornisce (in extremis) il report sulla pandemia all'Istituto Superiore di Sanità. La struttura alle dipendenze del ministero della Salute contesta i numeri forniti dagli esperti campani: «Non sono affidabili». Nel mezzo del balletto delle cifre, si inserisce il governo Conte che colloca la Regione, guidata dallo sceriffo salernitano Vincenzo De Luca, nella fascia gialla, la più bassa per livello di rischio. Il governatore si infuria e minaccia di chiudere tutto. Nel pomeriggio arriva la risposta a chi avanza perplessità sulla decisione di inserire la Campania in fascia gialla: «l'indice di contagio si è stabilizzato e le ordinanze del governatore hanno prodotto i primi effetti», fanno sapere dal Cts.

Ma i dubbi restano. Soprattutto sulla presunta strategia, adottata nei giorni scorsi dall'entourage di De Luca, per far lievitare, in una prima fase, il numero dei contagiati. Più positivi, per ottenere lockdown e soldi. Ma il governo non ci casca. Il primo a sollevare dubbi è Antonio Iannone, senatore di Fdi, che annuncia un'interrogazione parlamentare: «I dati della Campania sono ritenuti dall'Istituto Superiore di Sanità non affidabili. Come al solito nella Regione di De Luca è tutto una patacca. Presenterò un'interrogazione parlamentare per sapere come hanno fatto a classificare la Campania se i dati ricevuti sono conclamati come carenti». Mentre il leader della Lega Matteo Salvini ironizza: «La Campania che fine ha fatto, un mistero. C'era De Luca che ha chiuso tutto e adesso la Campania non ha problemi per Conte la Campania è gialla. Non ci sono fessi a Napoli, non ci sono fessi a Milano, a Torino: magari c'è qualcuno che è attaccato alla poltrona a Roma».

Il giallo si infittisce dopo le parole di De Luca. Il governatore non sembra affatto contento del mancato inserimento della Campania nella fascia rossa: «Ho detto, e ripeto, che dobbiamo considerarci la realtà più esposta, e che dobbiamo adottare prima di altri, e con più rigore, le misure necessarie. Invito i sindaci a predisporre da oggi la chiusura dei lungomare e di parte dei centri storici nei fine settimana. Non possiamo tollerare che ci siano, in questa situazione, migliaia di persone che vanno a passeggio come se niente fosse. Invito a predisporre attività di controllo e di sanzione per chi ancora oggi, gira senza mascherina». E dunque arriva un appello ai sindaci (Luigi de Magistris in primis) affinché chiudano tutti i luoghi affollati. Ma il governatore, nella sua arringa giornaliera, non risparmia attacchi al governo Pd-Cinque Stelle: «Le decisioni del governo sulla divisione in zone epidemiologiche dell'Italia hanno creato problemi del tutto prevedibili. Rimango convinto della necessità di misure nazionali unitarie, anche più rigorose, per una azione più efficace di contrasto al Covid, a fronte di una diffusione sostanzialmente omogenea del contagio». Nel romanzo campano, l'ultimo capitolo potrebbe essere scritto oggi: gli esperti dell'Istituto Superiore di Sanità produrranno un nuovo report sul monitoraggio settimanale, stavolta con dati più completi. E la Campania potrebbe essere declassata in fascia arancione. Si cambia ancora. Nuovo colore: altre regole e restrizioni.

Cittadini esasperati.

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