Campania, spunta il jolly Carfagna. "La Regione ora è contendibile"

L'ex ministro in pole per una candidatura unitaria. E c'è l'ok di Cirielli (Fdi). Più lontana l'ipotesi civica

Campania, spunta il jolly Carfagna. "La Regione ora è contendibile"
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Mara Carfagna scalda i motori per la sfida contro Roberto Fico in Campania. In attesa del vertice tra i leader Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi, nel centrodestra salgono le quotazioni dell'ex ministro dei governi Berlusconi e Draghi per una candidatura per la presidenza della Regione. "Il nome di Carfagna - ragionano fonti del centrodestra - sarebbe il punto di caduta perfetto per evitare tensioni tra gli alleati".

Un nome su cui sarebbe arrivato l'ok nelle ultime ore da parte del viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, dato in pole fino a poche settimane fa. L'altra opzione è una candidatura civica. In questo caso l'ipotesi del prefetto di Napoli (lanciata da Forza Italia) Michele Di Bari non convince. Resta in campo solo la carta Giosy Romano, commissario Zes. In questo caso si è aperto uno scenario del tutto inedito. Il governo vorrebbe liberare la poltrona di commissario Zes, occupata da Romano. E dunque, sarebbe ripartito il pressing per la candidatura in Campania. In questa direzione vanno lette le dichiarazioni fatte da Giovanni Donzelli in Puglia: "In Campania pensiamo a un civico". Parole che sbarrano la strada alla candidatura "politica" di Edmondo Cirielli, che a questo punto dovrebbe accettare Romano. C'è un altro indizio: con la nomina di Sergio Sbarra a ministro per il Sud il potere di Romano alla Zes e' in caduta libera. E in ultimo, il suo principale sponsor, Raffaele Fitto, l'avrebbe mollato politicamente. Romano resta l'opzione b. La prima scelta è Carfagna che ieri si è lasciata andare a un primo indizio sui social: "La partita delle prossime regionali in Campania è completamente diversa da quella del passato. La Regione è contendibile perché il ciclo di De Luca si è chiuso e il patto che per anni ha sorretto la sinistra campana si è logorato. Pd e M5S, nemici giurati fino a ieri, oggi provano a dar vita a un'alleanza tra deboli che difficilmente potrà risultare credibile.

Il centrodestra, al contrario, ha scelto la via della serietà e della compattezza, con l'impegno a individuare il profilo migliore per guidare una coalizione unita. Perché ciò che conta non è il nome in sé, ma la capacità di affrontare le vere emergenze della Regione: le liste d'attesa record in sanità, la disoccupazione femminile, l'abbandono scolastico, la fuga dei giovani. In questo quadro, il centrodestra è già l'attrattore naturale dei moderati, che non si riconoscono né nella deriva estremista del Pd né nelle battaglie ideologiche dei 5 Stelle. Convincere quell'elettorato sarà la chiave della sfida. E stavolta ci sono tutte le condizioni per vincerla". La partita campana fa vibrare la coalizione. Ieri lo scontro tra il commissario Fi Fulvio Martusciello e Fdi è sul voto moderato.

I sondaggi in Campania non sorridono al centrodestra. Ma al governo pensano a un piano cucito per Carfagna: una candidatura di servizio. Tradotto: un sacrificio necessario per essere ricandidata nel 2027 (dopo il passaggio con Renzi e Calenda) nelle liste del centrodestra. Ma c'è un altro impegno che Carfagna dovrebbe sottoscrivere (ragionano ambienti di centrodestra) restare in Consiglio regionale fino al 2027 e fare da capo dell'opposizione.

Sono questi i presupposti su cui prende corpo la candidatura di Carfagna. L'altro segnale del passo di lato di Cirielli arriva dalla Puglia dove Fdi (persa la Campania) rivendica la leadership della coalizione per Marcello Gemmato.

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