Dal campo da calcio all'"erba" nella serra. Così Sartor finisce in manette per droga

L'ex difensore di Juventus, Inter e Roma ai domiciliari: sorpreso a coltivare 105 piante di marijuana in un casolare abbandonato

Dal campo da calcio all'"erba" nella serra. Così Sartor finisce in manette per droga

Dal manto verde dell'Olimpico e di San Siro a coltivare «erba» una piccola frazione montana del parmense.

L'ex calciatore Luigi Sartor, che oggi ha 46 anni e in passato ha vestito le maglie di Roma, Inter, Juventus, Parma e della Nazionale, ieri è stato arrestato in flagranza di reato dalla guardia di finanza perché scoperto a coltivare 106 piante di marijuana in una serra poco distante dalla cittadina emiliana, per arrivare alla quale era necessario percorrere un sentiero piuttosto impervio, all'interno di un bosco, in una frazione di Terenzo. L'accusa per lui è quella di produzione illecita di sostanze stupefacenti.

Non è la prima volta che Sartor si mette nei guai. Questa volta lo ha fatto con Marco Mantovani, un coetaneo, con cui si occupava di curare quella serra molto particolare, dalla quale proveniva un odore così forte da insospettire i vicini. Qualche mese per quel casolare abbandonato di Lesignano Palmia, non distante dalla sua residenza cittadina, Sartor aveva stato chiesto il raddoppio del contatore.

Chi ci capitava davanti non poteva non notare anche di notte la serra risultava illuminata, pur essendo deserta. Da tempo gli inquirenti indagavano sull'attività che si svolgeva dentro quegli spazi apparentemente disabitati.

Quando venerdì all'ora di pranzo, dopo giorni di pedinamenti e appostamenti, i militari delle fiamme gialle hanno fatto irruzione all'interno, hanno anche capito il perché di quelle lampade. Sono state sequestrate 105 piante di marijuana, di altezza compresa tra i 100 e i 200 cm, oltre alle attrezzature utilizzate per la coltivazione, ovvero convogliatori di aria calda, essiccatori, spine temporizzate, lampade, alternatori di corrente, fertilizzanti, aeratori, ventilatori e termostati. La coltivazione, già in fase di fioritura e pronte per l'essiccazione, avrebbe prodotto oltre 2 chilogrammi di marijuana.

Qualche giorno prima i militari avevano volontariamente fermato l'ex calciatore per un controllo e avevano accertato che l'interno della sua auto aveva un forte odore di marijuana. Proprio per quello avevano continuato le indagini con pedinamenti, osservazione, appostamenti e l'uso di strumenti tecnici tenendo sotto stretta osservazione quel casolare, raggiungibile solo tramite sentieri piuttosto impervi. Sartor nell'interrogatorio di garanzia davanti al giudice Beatrice Purita si è avvalso della facoltà di non rispondere ed è stato messo agli arresti domiciliari. Per il presunto complice, indagato, è stato sottoposto all'obbligo di firma.

Dopo aver chiuso la carriera di calciatore, aveva scelto Parma come città per vivere. Ma aveva continuato a far notizia. Il suo nome era finito in mezzo alla vicenda Calcioscommesse partita dalla Procura di Cremona nel 2011 ed era stato messo dietro le sbarre. Ma nel 2019 l'inchiesta Last Bet si era conclusa con la prescrizione: il tribunale di Bologna dichiarò estinta la partecipazione ad associazione a delinquere.

Però di nuovo Sartor era finito nella bufera, perché l'ex compagna, con la quale ha una figlia, lo aveva denunciato accusandolo di una lunga serie di violenze avvenute nel corso del loro rapporto durato dal 2005 al 2010.

Questa volta era stato condannato, ma la pena era stata sospesa. Assolto invece dall'accusa di stalking. TPa

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