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Canada, il premier vuole il boom. Ma la "Trudeau-mania" vacilla

Il leader progressista cerca la maggioranza assoluta. I sondaggi dicono che è sul filo con i Conservatori

Canada, il premier vuole il boom. Ma la "Trudeau-mania" vacilla

È l'elezione anticipata che nessuno voleva, tranne lui, Justin Trudeau, primo ministro del Canada e leader progressista a caccia di riconferma ma soprattutto di una maggioranza parlamentare piena dopo due anni alla guida di un governo di minoranza. Gran parte degli elettori si sono già pronunciati ieri recandosi alle urne nel Paese dai sei fusi orari mentre 5 milioni e 800mila hanno votato in anticipo nei giorni scorsi. Eppure la scommessa fatta ad agosto, chiamando alle urne con anticipo 27 milioni di elettori, potrebbe ritorcersi contro il premier e leader del Partito liberale, convinto di incassare i buoni risultati della campagna vaccinale anti-Covid e di poter bissare l'esperienza del 2015, quando ottenne il primo mandato con una maggioranza assoluta.

Vacilla la «Trudeaumania» che ha baciato fin qui l'enfant prodige della politica canadese, figlio dell'ex primo ministro Pierre Trudeau e secondo capo di governo più giovane della storia del Canada, oggi alla soglia dei 50 anni. Il rischio è che invece di avanzare il premier progressista possa retrocedere. Non solo perché i tre quarti dei canadesi - dicono i sondaggi - non voleva che si tornasse a votare ma anche perché a insidiare il suo piano ci sono i numeri dell'opposizione del Partito conservatore, che le rilevazioni danno alla pari oppure di poco dietro al partito di governo, dopo 36 giorni di campagna elettorale. L'accusa del candidato premier rivale, Erin O'Toole, è di aver chiamato il Paese alle urne per pura «vanità» personale: «Questa elezione è vana, rischiosa ed egoista. In effetti, è non-canadese».

Trudeau insiste di essere la persona giusta per fronteggiare l'emergenza sanitaria, dopo che nel Paese il coronavirus ha fatto 27mila morti, e cerca di inchiodare l'opposizione alle sue contraddizioni: O'Toole si è rifiutato di dire quanti candidati del suo partito non sono vaccinati e Trudeau lo ha ricordato ai canadesi in ogni occasione, sottolineando l'indulgenza dei conservatori con i No-Vax. In Canada si è raggiunta la quota del 70,2% di vaccinati completi e del 76,3% con una sola dose, il che ne fa uno dei Paesi con il più alto tasso di vaccinazione al mondo, e il governo conta introdurre nuove limitazioni per incentivare l'immunizzazione.

Covid a parte, pesano sui destini del premier giovane e brillante anche una serie di scandali. Nel 2019 si seppe delle pressioni sue e del suo governo perché in un processo favorisse una società del Québec, la SNC-Lavalin, che ha vecchi rapporti di amicizia con il Partito Liberale di Trudeau. Tre anni prima, il premier aveva infranto le regole accettando alloggi per sé e la famiglia da persone impegnate in attività di lobbying durante una vacanza. L'anno scorso si è aggiunta la notizia di un contratto governativo da 587 milioni di euro a una Ong che ha remunerato madre, fratello e moglie di Trudeau. Infine, a danneggiarne l'immagine, è emersa una vecchia foto del premier, campione del politically correct, con il volto dipinto di nero, facendo gridare anche all'incoerenza e al razzismo.

I voti per posta non saranno contati prima della chiusura delle urne, alle 4 del mattino oggi in Italia, e questo rischia di far arrivare i risultati definitivi fra qualche giorno.

Se nessun partito otterrà la maggioranza assoluta (170 seggi su 338 alla Camera), sarà Trudeau ad avere la possibilità per primo di formare un nuovo governo.

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