
Il Canada lancia un messaggio a Donald Trump consegnando la vittoria alle elezioni ai liberal di Mark Carney, un successo considerato irraggiungibile solo pochi mesi fa, quando i conservatori guidati da Pierre Poilievre sembravano avere la strada spianata per il ritorno al potere dopo dieci anni sotto la guida di Justin Trudeau. Ma il ritorno del tycoon alla Casa Bianca, la sua offensiva senza precedenti contro Ottawa, dai dazi alle minacce di annessione, hanno cambiato tutto. Parlando ai suoi sostenitori dopo l'ufficializzazione del risultato, Carney ha affermato che «il vecchio rapporto con gli Stati Uniti è finito»: «Il presidente Trump sta cercando di spezzarci per possederci», ha aggiunto, invitando i cittadini a unirsi per i «difficili mesi a venire che richiederanno sacrifici». Poi, in un'intervista esclusiva alla Bbc, il premier ha ribadito che il suo Paese merita «rispetto» dagli Usa e ha avvisato che permetterà una partnership commerciale e di sicurezza solo «alle nostre condizioni», chiarendo pure che non visiterà Washington finché non ci sarà una «seria discussione» sulla sovranità del Canada, che non diventerà mai - ha promesso - il 51esimo stato americano.
Intanto anche Poilievre, riconoscendo la sconfitta, ha promesso di collaborare con il rivale e di anteporre gli interessi della nazione alle battaglie di parte di fronte alle «minacce irresponsabili» del comandante in capo. «Metteremo sempre il Canada al primo posto», ha assicurato, spiegando di voler aiutare «per ottenere un nuovo accordo commerciale che ci lasci alle spalle questi dazi, proteggendo al contempo la nostra sovranità». Poilievre ha perso pure il suo seggio alla Camera dei Comuni - in un collegio elettorale rurale dell'area di Ottawa - a favore del liberal Bruce Fanjoy, secondo le proiezioni dell'emittente pubblica Cbc. D'altronde, mentre lo scrutinio dei voti continua in alcune circoscrizioni fortemente contestate, i liberal sembrano destinati a fallire di misura l'obiettivo di ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento, e dovranno quindi fare affidamento sul sostegno di un altro partito per governare.
Carney, 60enne novizio della politica, ma rinomato economista, è riuscito a convincere una popolazione preoccupata per il futuro economico (con i dazi che stanno già colpendo settori chiave come quello automobilistico e siderurgico) e la sovranità territoriale, di essere la persona giusta per guidarla in questi tempi complessi. L'ex banchiere ed ex governatore della Banca del Canada e della Banca d'Inghilterra - ai tempi della Brexit - promette di «reinventare» l'economia canadese per affrontare la sfida, assicurando che ha «già gestito economie e crisi. È il momento dell'esperienza, non della sperimentazione».
Il leader conservatore invece ha speso gli ultimi anni a ricostruire se stesso e il partito a immagine di Trump e negli ultimi mesi è sembrato un nemico agli occhi di molti cittadini.
Il presidente americano lunedì era intervenuto a sostegno di Poilievre, augurando «buona fortuna al grande popolo canadese» e invitando a eleggere «l'uomo che ha la forza e la saggezza di dimezzare le vostre tasse, aumentare gratuitamente il vostro potere militare al livello più alto al mondo, quadruplicare la vostra produzione di auto, acciaio, alluminio, legname, energia e di tutte le altre attività, senza dazi o tasse, se il Canada diventasse l'amato 51esimo stato Usa».
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