Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni sciolgono, nella villa di Arcore, il nodo Piemonte. Sarà Alberto Cirio, eurodeputato di Forza Italia, il candidato-governatore del centrodestra alle regionalidel 26 maggio, insieme alle elezioni europee, nella terra della battaglia sulla Tav.
Nel vertice i tre leader confermano il patto firmato ad ottobre e il leader della Lega non forza la mano, come si temeva, per imporre come suo candidato l'imprenditore Paolo Damilano. Fa solo qualche obiezione sul coinvolgimento di Cirio nell'inchiesta Rimborsopoli, dalla quale sembra uscito anche se non è arrivata l'archiviazione. Però, poi, sceglie i capoluoghi che vuole e concede largo spazio a FdI. In Toscana, sarà candidato-sindaco Ubaldo Bocci, civico del Carroccio e lunedì il Capitano sarà a Firenze, per presentarlo. A Prato un altro civico vicino alla Lega, Daniele Spada, mentre a Livorno, dove il sindaco uscente è 5S, Salvini evita lo scontro con gli alleati e lascia il passo a FdI, con Andrea Romiti. La Meloni sceglie anche Marco Fioravanti ad Ascoli, da 20 anni feudo di Fi, Nicola Baiocchi a Pesaro e Paolo Truzzu a Cagliari. Nelle Marche Fi tiene solo Pescara, ma Fano va a una civica vicina alla Lega. In Lombardia gli azzurri hanno Cremona, Salvini Bergamo e Pavia. Insomma, la spartizione dà spazio a FdI e ne leva a Fi in cambio della semplice riconferma di Cirio.
Dopo il vertice, il vicepremier sottolinea che sul Piemonte ha «mantenuto la parola data», ma aggiunge che l'obiettivo dell'alleanza «unicamente locale, è sconfiggere il centrosinistra alle amministrative», mentre il governo con il M5s «gode di ottima salute». Nella regione della Tav,, dove la Lega si dice a favore e il M5S contro, Salvini limita le occasioni di imbarazzo. E infatti alla manifestazione delle «madamine» del 6 aprile pro-alta velocità, il Carroccio non parteciperà, come ha fatto nelle altre due, per evitare dice «strumentalizzazioni» da parte di Chiamparino, che cavalca la battaglia per la Torino-Lione. Gli azzurri ci saranno, ma senza bandiere di partito, mentre FdI sfilerà con il tricolore.
La nota congiunta parla del «cordiale incontro ad Arcore» e annuncia: «Gli accordi consentiranno di portare il buongoverno anche alla Regione Piemonte e in tutte le città dove si andrà al voto, proseguendo la lunga scia di successi». Gli ultimi sondaggi, in effetti, danno il centrodestra in vantaggio di 17 punti sul centrosinistra, guidato da Sergio Chiamparino, attuale governatore che vorrebbe il bis, mentre il M5S sembra fuori gioco.
Cirio, 46 anni, di Alba, nella prima dichiarazione dopo la telefonata di Berlusconi per annunciargli che il dado è tratto, fa riferimento alla pazienza maturata nell'esperienza di agricoltore nella sua azienda di nocciole nelle Langhe: «Per arrivare ad oggi è stato necessario del tempo, è vero. Ma io vengo da una terra dove la natura, da secoli, insegna agli uomini che bisogna saper aspettare. Che ogni cosa va lasciata maturare».
Al vertice di Arcore partecipa anche Licia Ronzulli, fedelissima del Cavaliere e vicepresidente dei senatori di FI. «Abbiamo dato- sottolinea-, non solo una ennesima dimostrazione di unità a quei pochi che ancora scrivono di un centrodestra diviso, ma abbiamo anche dimostrato che sulla persona di Cirio c'è e c'è sempre stata piena convergenza. Alla prossima tornata amministrativa dimostreremo ancora una volta che siamo maggioranza nel Paese».
Per il coordinatore piemontese di FI Paolo Zangrillo, l'investitura di Cirio «pone le basi migliori per chiudere con un sonoro 8-0 il periodo di rinnovi dei Consigli regionali». Al candidato governatore arrivano auguri da Carfagna, Gelmini, Toti, Bernini, Mulè. Ma per il resto, qualche amarezza c'è.
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