Cantone pontifica su tutto: è già in campagna elettorale

Il presidente dell'Anac spazia sui problemi più delicati d'attualità. E in molti si chiedono se voglia candidarsi

Cantone pontifica su tutto: è già in campagna elettorale

Sembrava che il caso Consip dovesse far scoppiare «bombe atomiche», dice Raffaele Cantone, e invece sembrano «tric-trac». È napoletano, il presidente dell'Autorità anticorruzione, e si capisce dal linguaggio. Ma ha anche la toga appesa nell'armadio e difende la magistratura, «che pagherà il prezzo più alto», come il pm sotto accusa John Woodcock, che conosce per l'«intuito investigativo e le grandi capacità».

È un Cantone politico, quello che spazia a tutto campo sui problemi più delicati dell'attualità e sono in molti a chiedersi se l'intervista a Radio Capital non sia il preludio di una discesa in campo elettorale. Sulle intercettazioni spiega che nuove regole sono «necessarie perché i meccanismi deontologici non hanno funzionato». Quanto allo ius soli, per lui è una «questione di civiltà», perché bambini «nati da noi non possono essere cittadini di serie B».

Oggi che disprezzo e sfiducia sotterrano i politici di professione, il magistrato trasformato da Matteo Renzi in alfiere della lotta alla corruzione potrebbe avere il profilo giusto per catturare voti: quello del moralizzatore della società. Da tempo si parla di una sua possibile candidatura e le idee che esprime alla trasmissione Circo Massimo di Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto, sono in linea con quelle del centrosinistra, con qualche cautela in più.

Ad esempio, non vuol parlare di «golpe» per le indagini Consip, ma neppure l'esclude. «È teoricamente possibile che si sia verificata una sorta di ricostruzione complottistica, ma ad oggi non abbiamo questi elementi». Vede «pochi fatti e tantissime illazioni», «indagini su indagini», soprattutto «una cortina fumogena che sembra avere come unico effetto quello di screditare il lavoro e l'immagine della magistratura». Per il presidente dell'Anac, «il caso Consip, che doveva creare sfracelli, sembra un topolino». Per ora, dice, «c'è un'ipotesi di corruzione per cui un funzionario di medio livello ha patteggiato (Marco Gasparri, ndr) e un imprenditore è in attesa di giudizio (Alfredo Romeo, ndr), ma tutto il resto è frutto spesso di una fuga di notizie». Critica il fatto che per tre giorni siano stati commentati i verbali della procuratrice di Modena, Lucia Musti, «che sembrerebbero oggi non essere certi» e ci sono «ennesime indagini per la violazione del segreto di ufficio». Insomma, Cantone sgonfia lo scandalo, si preoccupa del «danno enorme per la magistratura, anche se proprio la magistratura, attraverso la Procura di Roma, ha messo gli anticorpi». Ne ritiene responsabile Woodcock, titolare dell'inchiesta a Napoli, ora indagato e sotto processo disciplinare con le accuse di averla manipolata insieme ai vertici dei carabinieri del Noe? No, lui che è stato proprio in procura a Napoli, dice di averlo conosciuto e ne parla solo bene.

Sulle intercettazioni il presidente dell'Anac sottolinea «l'esigenza di capire quali è opportuno che finiscano negli atti giudiziari, che poi possono essere pubblicati». Dunque, «un filtro ci deve essere prima, ma è complicato», soprattutto in sede di misure cautelari. Ok, i giornalisti sono «custodi della legalità», ma Cantone avverte: «Le intercettazioni non vengono fatte per essere pubblicate, bensì per cercare ipotesi di reato».

Infine, la legge sullo ius soli e il magistrato ricorda che siamo un «popolo di migranti», dice che servono

«criteri per consentire alle persone che vivono e soprattutto che nascono di ottenere la cittadinanza». Però, conclude, ci vuole «una serie di garanzie, a maggior ragione adesso con tutti i problemi legati al terrorismo».

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