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Caos sugli aiuti di Stato e liti in maggioranza: il decreto ancora non c'è

Misure per le aziende congelate, ma si punta su incentivi fiscali. Lite sull'ecobonus al 110%

Caos sugli aiuti di Stato e liti in maggioranza: il decreto ancora non c'è

Non è ancora il caso di tirare fuori l'etichetta «decreto di giugno», ma il cantiere dell'ex dl di aprile che fino a pochi giorni fa sembrava vicino a terminare i lavori, è ancor in alto mare. Il governo è sotto pressione per le tensioni della maggioranza e quelle del mondo produttivo, che ieri sono emerse nel vertice tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e i rappresentanti delle associazioni datoriali.

Gli ostacoli maggiori sono quelli politici, che si sono riflesse anche nell'iter del decreto imprese all'esame della Camera, dove sono stati presentati mille emendamenti dalla maggioranza e, soprattutto, nello scontro sulla sanatoria per colf e stagionali.

Ma c'è anche il nodo europeo. Prima di capire fino a che punto ci si potrà spingere negli aiuti alle imprese, serve l'aggiornamento dello schema temporaneo sugli aiuti di Stato della direzione Concorrenza della Commissione Ue, guidata da Margrethe Vestager. Un quadro di riferimento europeo che è in ritardo di due giorni.

Le anticipazioni non sono favorevoli all'Italia e sembra sfumare l'ingresso dello Stato nel capitale delle imprese così come lo voleva il governo. O meglio il ministro pentastellato allo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Il veto europeo porterebbe acqua al mulino di Italia Viva di Matteo Renzi, ma anche del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, che non era entusiasta del progetto di statalizzare le imprese in crisi.

La novità su questo fronte è l'intenzione di inserire nel decreto una misura per rafforzare la patrimonializzazione delle imprese, sotto forma di «incentivi fiscali per la capitalizzazione» delle aziende più colpite dall'emergenza. Ricetta valutata positivamente dall'Abi (l'associazione delle banche) e da Confprofessioni.

In arrivo anche incentivi alle aggregazioni «sia per le imprese di tipo verticale (filiere) e orizzontali (di scopo) sia per gli studi professionali», ha spiegato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella.

Restano in campo i contributi a fondo perduto per le imprese con fatturato sotto i 5 milioni di euro e l'intervento della Cdp per le grandi imprese. Ma sono da ridefinire gli interventi sul capitale delle medie aziende.

Il capitolo imprese investe anche il decreto Liquidità, in corso di conversione. Spunta ad esempio l'estensione della durata dei prestiti previsti dal precedente provvedimento da sei anni a 20 anni.

Ma Italia Viva, con la capogruppo alla Camera Maria Elena Boschi, chiede di riaprire anche il decreto Dignità, primo provvedimento del governo, firmato dal M5s per fare tornare i voucher lavoro.

Tornando al decreto maggio in preparazione, le novità emerse sono uno slittamento da giugno a metà settembre del versamento dei tributi e contributi sospesi alle imprese e agli operatori nazionali di numerosi settori in crisi durante l'emergenza coronavirus.

Confermato un rafforzamento dei bonus ecologici. Un super bonus del 110% dell'importo speso. «Le famiglie potranno avere una detrazione, da compensare in soli 5 anni, oppure cederla all'impresa e ottenere uno sconto dell'intero importo fatturato», ha annunciato il vice ministro dell'Economia, Laura Castelli. Ma non c'è accordo nemmeno su questo, visto che Italia Viva spinge per fare valere il bonus fino alla fine del 2022.

Fino a quando non saranno sciolti i nodi politici (forse oggi al vertice Conte-Italia Viva), il decreto non vedrà la luce.

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