È caos sui richiami Regioni e medici contro Speranza (che si è vaccinato)

Crollano le iniezioni con AstraZeneca. Il Lazio scrive al ministro: "Consentire le seconde dosi con Vaxzevria". I medici: "Usate il nostro consulto". Il titolare della Salute si immunizza

È caos sui richiami Regioni e medici contro Speranza (che si è vaccinato)

Campagna vaccinale in tilt: i cittadini sono disorientati e la corsa alla profilassi subisce una frenata. E dal Lazio arriva una richiesta al ministro della Salute Roberto Speranza (che ieri si è vaccinato dal suo medico di base): se un cittadino under 60 vuole comunque avere il richiamo con AstraZeneca come per la prima dose dovrebbe poterlo fare con il consenso informato e il supporto del medico di famiglia. Nel corso dell'ultimo week end le somministrazioni sono calate del 18 per cento. Pesa il cambio di rotta su AstraZeneca e i timori rispetto alla vaccinazione eterologa. L'annuncio dello stop arriva l'11 giugno. Le dosi del vaccino di Oxford somministrate passano dalle oltre 80mila dell'8 giugno alle 26mila del 12 e poi alle 17mila del 13 giugno. Ora sono in lieve risalita, 35mila il 15 giugno.

Evidentemente non bastano le rassicurazioni del ministero della Salute. Non è sufficiente neppure la nota della Commissione Tecnico Scientifica dell' Agenzia del Farmaco, Aifa, che due giorni fa ha approvato il mix vaccinale. Lungo il percorso di AstraZeneca i ripensamenti e i cambi di rotta sono stati troppi. E non stupisce che proprio in Liguria dove si è verificato il tragico caso della diciottenne morta per trombosi pochi giorni dopo l'inoculazione del vaccino di Oxford si stia registrando in queste ore il 90 per cento di rinunce alla prima dose di AstraZeneca da parte degli over 60 ancora senza copertura.

Ma purtroppo anche il mix di vaccini desta preoccupazione e diffidenza. Dunque di fronte al fatto che un cittadino under 60 su 10 rifiuta il richiamo eterologo dopo aver avuto la prima dose di AstraZeneca l'assessore alla Salute del Lazio, Alessio D'Amato cerca una via d'uscita appellandosi al governo. Nessuna polemica, assicura, soltanto la necessità di rispondere a bisogni reali dei cittadini confusi. Sconcerto comprensibile visto che il 10 giugno il professor Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, in diretta Rai sentenziava che «in questo momento chi ha fatto la prima dose con un vaccino è bene che faccia la seconda dose con lo stesso vaccino» precisando: «Le prove sperimentali che hanno portato all'approvazione di questi vaccini sono state fatte sulla somministrazione di due dosi dello stesso vaccino, e hanno dimostrato adeguate condizioni di sicurezza e di protezione». Soltanto 24 ore dopo arriva il cambio di rotta e il presidente del Comitato Tecnico Scientifico, Franco Locatelli, assicura che il mix è efficace e sicuro parere poi sostenuto dalla nota Aifa.

Ora D'Amato solleva il problema perché molti cittadini nel Lazio «in maniera consapevole e informata chiedono di completare il percorso vaccinale per l'immunizzazione con il medesimo vaccino, ovvero AstraZeneca». Viene quindi sollecitato il parere dei tecnici del ministero della Salute «riguardo a uno specifico consenso informato affinché possa decidere il medico in scienza e coscienza, poiché è importante per raggiungere l'immunizzazione che siano completati i percorsi vaccinali» soprattutto alla luce del fatto che i vaccini sono sì efficaci anche contro le varianti ma soltanto dopo il richiamo. «La grandissima parte dei cittadini, nella nostra regione, sta accettando il mix, ma la gente è disorientata e sarebbe necessario chiarire anche sul vaccino Janssen». L'Istituto Spallanzani comunque si è reso disponibile «per una larga verifica sul campo degli esiti del mix vaccinale», conclude D'Amato.

E sull'importanza del ruolo del medico interviene il presidente della federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. «Il disorientamento che tutti noi constatiamo tra i cittadini ma anche tra il personale sanitario porta a fare una serie di riflessioni.

- dice Anelli- Visto che i vaccini sono disponibili in 4 diversi tipi che sia il medico a decidere, sulla base delle raccomandazioni del ministero ma soprattutto sulle caratteristiche del cittadino che si trova di fronte, rispetto alle sue malattie, al suo vissuto, alle sue richieste».

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