Napolitano sbanda. Ma da che parte sta il presidente della Repubblica? Roma è una cloaca marcia. Sta venendo giù tutto e lui stanco e commosso sentenzia: l'antipolitica è una patologia. L'antipolitica? Davvero? E invece la politica è sana. La guardi in faccia e stai sereno. Ti fidi. Voti alla cieca, tanto uno vale l'altro. O non voti. Napolitano parla all'Accademia dei Lincei. È il tempio dei saggi, così raccontano. Ma la forza dei saggi è parlare chiaro. Parresia dicevano i greci. Parresia, che significa parlare in piazza, davanti ai cittadini, da uomini liberi, franchi, senza secondi fini. Allora a chi si riferisce Napolitano? Di chi parla quando tira in ballo l'antipolitica eversiva?
Il dubbio, condiviso da molti, è che parli di Salvini o di Grillo. Non lo sussurra, ma l'indice punta lì. Ora pensate a come potrebbero prenderla gli elettori, quelli che hanno votato o pensano di votare Lega o cinquestelle. Non bene. Non è che che tifiamo per loro, però in questa Italia a brandelli c'è ancora uno straccio di democrazia. Forse pretendere un capo dello Stato super partes è chiedere troppo, ma almeno se ha qualcosa da dire lo dica in faccia. Se sa, parli. Cos'è questa antipolitica eversiva? Fuori i nomi. Alla vigilia dell'addio non ha senso restare nel vago, alludere, ammiccare.
Non puoi farlo se la politica è questa.
Non puoi dire che i buoni sono quelli che lucravano sulla pelle dei disgraziati e i cattivi sono quelli che non si fidano più, quelli che bestemmiano contro lo Stato. Non puoi se sei l'arbitro e se sei pure un patriarca del Pd. L'esame di coscienza devono farlo tutti, ma la risposta non è «fidatevi di noi». Non più. Questo Stato non è la soluzione. Questo Stato è il problema.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.