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Carfagna lancia "Voce libera". È stallo sulle candidature

L'ex ministro ufficializza venerdì a Roma la sua nuova associazione politica. Da sciogliere il nodo governatori

Carfagna lancia "Voce libera". È stallo sulle candidature

Si chiama «Voce libera» e venerdì Mara Carfagna la presenta ufficialmente. L'associazione creata dalla vicepresidente della Camera da un lato allontana lo spettro della scissione dentro Forza Italia, dall'altro rappresenta una spina nel fianco. Proprio questo vuole essere, un pungolo nel partito per imporre quel rinnovamento e quell'allargamento che doveva essere L'Altra Italia, più volte annunciata da Silvio Berlusconi.

«Ma il progetto non è mai decollato - spiega il senatore azzurro Andrea Cangini, al fianco della Carfagna nella nuova avventura - e noi vogliamo fare qualcosa di concreto per far tornare Fi attrattiva anche tra i giovani, capace di aggregare mondi diversi, di recuperare astensionisti e sfiduciati, anche fuori dal perimetro stretto del partito». Il Comitato scientifico che sarà presentato nella conferenza stampa di venerdì viene annunciato di alto livello, con professori universitari, politologi, esponenti delle categorie professionali, degli amministratori locali, della società civile insomma. «Vediamo - dice ancora Cangini- una povertà dell'offerta politica sconcertante e vogliamo migliorarla, ci sorprendono alcune reazioni critiche di compagni di partito che sembrano non rendersi conto che l'alternativa è la scissione dei gruppi parlamentari».

Una ventina tra senatori e deputati sarebbero già al lavoro nell'associazione e ripetono che l'obiettivo non è certo andare con Matteo Renzi, né sostenere il governo Conte. In realtà, sostengono di rispondere proprio all'appello fatto da Berlusconi nell'ultimo incontro con i gruppi parlamentari, quando disse che non si può lasciare a Matteo Salvini e Giorgia Meloni la rappresentanza del centrodestra, perché le loro posizioni sono troppo estreme e serve un polo moderato.

Mentre l'associazione della Carfagna aggrega soprattutto il fronte azzurro che più si vuole distinguere dai sovranisti, i leader del centrodestra cercano l'accordo sulle candidature alle regionali del 2020, in una conference call che non riesce a sciogliere tutti i nodi. Salvini, Berlusconi e Meloni discutono al telefono ma non arrivano all'intesa finale. Il punto più urgente è sul candidato governatore in Calabria, in quota Fi, visto che il voto è il 26 gennaio e un mese prima bisogna presentare le liste. Ma a rallentare l'accordo globale sarebbero beghe tra Lega e Fdi, soprattutto su Toscana e Puglia.

La coordinatrice azzurra calabrese, Jole Santelli, dovrebbe rompere l'impasse nella regione correndo per la carica di governatore, dopo il veto di Salvini sul nome proposto da Fi in un primo momento, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto e sull'alternativa del fratello Roberto, vice capogruppo alla Camera. I due, però, minacciano di correre da soli, appoggiati da liste civiche e potrebbero danneggiare il centrodestra, che gli ultimi sondaggi danno in vantaggio di 10 punti sul centrosinistra.

In Campania il candidato di Fi è Stefano Caldoro, malgrado le rimostranze della Carfagna e di molti parlamentari campani. Ieri lei era nella sede provinciale di Fi a Salerno, per gli auguri di Natale e ha assicurato che non si opporrà alla scelta di Caldoro, «che ho sostenuto con convinzione, ma c'è una parte di partito che crede che bisogna rinnovare e offrire agli elettori campani dinamiche nuove». La Carfagna ricorda che sarebbe la terza sfida Caldoro-De Luca, lasciando capire che sbagliare il candidato può esporre ad una nuova sconfitta. Però aggiunge: «È una straordinaria occasione per privilegiare l'unità, ma nessun veto.

Naturalmente siamo pronti a fare la nostra parte».

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