Dopo la carne, veto sul caffè Ma l'Europa ci serve le larve

Mentre l'Oms condanna anche l'espresso, Bruxelles dà il via libera ad alghe e insetti come cibo del futuro

Cavallette al posto della carne, vermi e ragni in sostituzione del culatello, gli insetti al posto della fiorentina. Non siamo su Marte. È la drammatica tavola di un prossimo futuro che assembla il dictat dell'Osm in fatto di carni e di salumi e il via libera del Parlamento europeo al «new food». Già perché dopo la bocciatura di salumi e carni in odore di cancro, ora ci si mette anche la Ue ad affossare la nostra cucina mediterranea. Per l'entrata trionfale sulle nostre tavole di insetti e vermi vari manca infatti solo il sì dell'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare e il gioco è fatto. Ma è quasi sicuro che il via libera arriverà visto che, considerando gli insetti allevati con mangimi consentiti, l'Efsa non ha rilevato particolari rischi per la salute umana. Tra gli altri cibi (?) in rampa di lancio funghi, alghe, nuovi coloranti o nanomateriali. Buon appetito.

Ma gli italiani come potrebbero reagire a questo stravolgimento delle abitudini alimentari? Un'analisi Coldiretti/Iprmarketing rivela che appena l'8 per cento degli italiani assaggerebbe gli insetti, mentre il 7 si farebbe tentare dai ragni fritti e il 19 non esiterebbe a mettere nel piatto la carne di coccodrillo.

Un antipasto delle stranezze a tavola si è avuto in Italia grazie alle speciali deroghe concesse in occasione di Expo. Gli insetti, che fanno parte delle diete tradizionali di almeno due miliardi di persone, sono stati oggetto di una breve degustazione autorizzata dal ministero della Salute. I grilli sono arrivati in tavola dopo aver superato i controlli e le analisi chimiche e microbiologiche della Asl.

Questo sembra essere l'alimento del futuro. E dunque, prepariamoci a scegliere tra gli scaffali dei super insetti, vermi, larve, scorpioni e ragni. E a sognarci i prodotti della dieta mediterranea, che comunque comprendono anche carni e salumi.

Ma c'è un altro rischio all'orizzonte. Quello di non potersi consolare neppure con una buona tazzina di caffè. Anche lui è un alimento sotto osservazione. Gli esperti dell'Iarc hanno infatti già annunciato in primavera una monografia sul caffè, il matè e altre bevande calde. Una notizia che lascia di stucco visto che per le sue proprietà antiossidanti il caffè dovrebbe avere effetti benefici.

Infatti studi sostengono che nelle persone sane, un consumo moderato di caffè, cioè 3-4 tazze al giorno, può avere un qualche effetto protettivo sul rischio di tumore del cavo orale/faringe, fegato (inclusa la cirrosi), endometrio e forse del colon. Anche Anna Villarini, biologa e nutrizionista all'istituto dei Tumori di Milano sostiene che il caffè sia «un alimento neutro». «Per il momento non avrei motivo di non far bere il caffè – spiega l'esperta -. Due o tre al giorno al massimo, però». Quanto agli effetti negativi che potrebbe scovare l'Oms Villarini sembra ottimista: «Avere aperto la raccolta di lavori non significa che ci siano solo notizie negative. Potrebbero assolvere il caffè una volta per tutte». La quasi totalità degli studi che hanno analizzato la relazione tra consumo di caffè e rischio di tumore, senza distinguere la sede del tumore, hanno trovato un'assenza di rischio. Anche la mortalità per tumore in totale non è diversa tra i bevitori e i non bevitori di caffè.

In uno studio si accenna a un leggero aumento del rischio di tumore alla vescica provocato dall'uso del caffè, in altri si punta il dito sull'acrilammide, una sostanza tossica che si forma durante i processi di cottura ad alte temperature. Robetta, vero Oms?

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