Il caro-energia azzoppa il Pil. Le imprese: ripresa a rischio

Confindustria: "Impatto negativo almeno dello 0,8%". La manifattura arranca. E il virus frena i consumi

Il caro-energia azzoppa il Pil. Le imprese: ripresa a rischio

L'impatto del caro energia rischia di essere pesantissimo sulla ripresa. E l'intervento del governo troppo debole per compensare le perdite. Un quadro che unito al calo dei consumi causato dal picco dei contagi può diventare un mix esplosivo per l'economia. Confindustria nella sua analisi flash sulla congiuntura mette i numeri sotto gli occhi di Palazzo Chigi e chiede interventi efficaci. In gioco c'è una crescita che così rischia di rivelarsi più fragile delle attese. «Con gli attuali prezzi abnormi dell'energia, i margini erosi, la scarsità di commodity e l'aumento dei contagi, il rischio è che il pil subisca uno stop nel primo trimestre: almeno -0,8% l'impatto del caro-energia sul pil del 2022», avverte il Centro studi. «Il rincaro dell'energia colpisce l'industria italiana» mentre «gli elevati contagi frenano i consumi di servizi». La «risalita è a forte rischio. A inizio 2022 si sono fatte più fitte le nubi, addensatesi già a fine 2021 sulla risalita del pil italiano, stimato in frenata nel quarto trimestre».

Nubi nere soprattutto sull'industria: «Lo scenario per la manifattura ha iniziato a peggiorare a dicembre: gli ordini reggono a fatica. Il costo insostenibile del gas (+723% a dicembre rispetto al pre crisi) e dell'elettricità in Italia, sommandosi agli altri rincari, sta causando temporanee chiusure di imprese nei settori energivori». Per questo «l'impatto sulla produzione industriale in Italia sarà registrato tra dicembre e gennaio (dopo il +0,7% medio a ottobre-novembre)». Preoccupano però anche i consumi e i servizi che sono «di nuovo giù» e sono un «segnale che la risalita sta frenando». Del resto nel turismo il recupero fino a novembre era stato parziale, con ancora un -25% rispetto al 2019 di viaggi degli stranieri in Italia. Ma soprattutto ora «la nuova ondata di contagi sta riducendo la mobilità delle famiglie italiane (-22% a gennaio 2022). Ciò potrebbe frenare nuovamente le spese fuori casa», anche in assenza di restrizioni. Con i consumi che non avevano ancora colmato il gap del -3,6% rispetto al periodo pre crisi, con questa frenata «il recupero rischia di interrompersi». E secondo la Cgia di Mestre non bastano gli interventi del governo per compensare gli effetti dei rincari. L'energia alle stelle avrà un impatto sulle famiglie di 5-6 miliardi di euro, che sono risorse tolte alle spese per consumi e servizi. A fronte di un rincaro di luce e gas che per il 2022 tocca gli 89,7 miliardi, il tasso di copertura dato dagli aiuti stanziati dall'esecutivo Draghi «supera di poco il 6%», calcola la Cgia.

Protestano anche le associazioni di categoria di fronte a interventi giudicati troppo deboli. Nel trasporto per Anav le misure del decreto Sostegni varato venerdì «sono di breve respiro e sicuramente insufficienti per sostenere l'industria del trasporto di passeggeri con autobus, del trasporto pubblico locale e commerciale. Sono invece necessari interventi urgenti a supporto della ripresa della mobilità collettiva delle persone e del turismo». E proprio nel turismo rischia di scoppiare la bomba alberghi. Dopo un'altra stagione invernale travolta dal virus, arrivano i licenziamenti: «Saranno inevitabili visto che siamo chiusi per Covid e non abbiamo la possibilità di accedere alla cassa integrazione Covid.

La decisione di non aver prorogato la Cig Covid è grave e lascia una grande amarezza - denuncia Confindustria Alberghi - Molte strutture attualmente chiuse per mancanza di turismo hanno usufruito sino al 31 dicembre della Cig Covid ma da gennaio le aziende in crisi dovranno risolvere questa problematica in un'altra maniera. La cosa che impressiona è che non si coglie la gravità della crisi che stanno attraversando gli albergatori. Le aziende ricettive non hanno la possibilità di anticipare nulla dopo due anni di sofferenze».

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