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Le cartoline sui migranti al Viminale. Quel livore dei grafici pro-invasione

Collettivo di creativi produce una settantina di mini manifesti contro il ministro dell'Interno. E li farà votare sul suo sito web

Le cartoline sui migranti al Viminale. Quel livore dei grafici pro-invasione

C'è un barcone carico di immigrati e sotto la scritta: «Manchi solo tu».

C'è il corpo morto di un migrante che galleggia a pancia in su: «Che pacchia!», si legge.

C'è il disegno stilizzato di un soccorso a un uomo di colore presumibilmente stremato. «Una barca di abbracci. Saluti dalla Open Arms».

C'è San Marco su fondo giallo acido e la scritta: «Venezia è bella, ma non ci sbarcherei».

C'è una mano nera che emerge dalle acque come di qualcuno che affoga: «Ciaone da Marghera»

Ministro Salvini, c'è posta per lei. Anzi, ci sarà. Diecimila cartoline, che chi l'ha detto che non si usano più. Preparate i francobolli.

L'idea l'ha avuta un collettivo di creativi italiani, scandalizzati dalla aggressiva politica contro gli sbarchi di migranti del ministro dell'Interno Matteo Salvini, che peraltro finora sembra avere il consenso della gran parte degli italiani. Non però - evidentemente - quello di copywriter, artisti, maître-a-penser con lo Spritz in mano. Una combriccola composta da Verdiana Festa, Pietro Gregorini, Michela Locati e Nicole Romanelli ha preso spunto da una frase rivolta dal Salvinone il 21 giugno, ai duecento migranti che erano a bordo della Lifeline, la nave dell'ong olandese: «L'Italia la vedono solo in cartolina».

Così i giovani hanno pensato di crearle davvero, queste cartoline. Un po' le hanno ideate loro, un po' hanno chiesto ad amici, un po' hanno accettato contributi di cittadini comuni. Ne sono uscite una settantina di cartoline, alcune artistiche, altre didascaliche, qualcuna con quel piacevole tocco vintage così anni Settanta. I titoli sono spesso una dichiarazione di intenti: «L'abbronzatura a casa loro», di Jacopo Ernesto Gasparrini; «Saluti da In Fondo al Mar», con tanto di Sirenetta, di Alessandra Kerstulovich; «Barconi da Lampedusa» di Matteo Franco; «Mare e Morti» di Marco D'Addario; «Saluti dal mio ultimo viaggio» di Cassia Raad; «È arrivato l'uomo nero» di Maddalena Pignatiello; «Saluti da Salvinia» di Sergio Gerasi in cui un postino su una barchetta ha una cartolina in mano da consegnare ma attorno ci sono solo cadaveri che galleggiano.

Insomma, lo spirito è questo. Una goliardata ideologica sostenuta in qualche caso da un indubbia ironia, in qualche altro da una buona tecnica grafica, a volte semplicemente da un evidente livore.

Alcune cartoline sono anche d'autore. Si è cimentato nell'impresa di concepirne una, tra gli altri, Colapesce, un cantautore siciliano tra le star della musica indie italiana, autore di brani come Maometto a Milano e Maledetti italiani, che ha scritto una storiella stampata sulla sua cartolina, dal titolo «L'isola di Pacchia».

Da domani, lunedì, fino al giorno di Ferragosto, chi condivide l'iniziativa potrà votare sul sito www.soloincartolina.it la cartolina preferita. Le dieci che riceveranno il maggior numero di voti saranno stampate ciascuna in mille copie, per un totale di diecimila esemplari che saranno spedite all'indirizzo di Roma, al numero 1 di via del Viminale. Chi pagherà l'affrancatura, pari a 9.500 euro? Non è dato sapere.

Naturalmente a Salvini l'iniziativa non poteva sfuggire, e da twittatore compulsivo ha già fatto sapere la sua. Attende a piè fermo il postino. «Amici, al ministero aspetto le Vostre di cartoline, ben più numerose di quelle dei buonisti a spese altrui!». Che bello ricevere una cartolina, mette allegria.

Figuriamoci diecimila da altrettanti amici.

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