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Casaleggio aspetta i soldi e scommette sul flop di Conte

Spera che l'ex premier non riesca a sostituire Rousseau. I gruppi temono altri tagli. E Giuseppi corteggia Dibba

Casaleggio aspetta i soldi e scommette sul flop di Conte

Un divorzio inevitabile e consensuale, che però non conviene a nessuno. Nella domenica dopo il big bang a lungo rinviato, un po' tutti, nel M5s, si leccano le ferite. I nuovi Cinque Stelle di Giuseppe Conte sono sì liberi dal potere di condizionamento esercitato negli anni da Rousseau. Ma, allo stesso tempo, perdono quello che gli amici di Davide Casaleggio definiscono «l'asset fondamentale del Movimento». Una piattaforma che non è stata solo un servizio di e-voting, come quello che sarà usato dai grillini di domani, ma un sito battezzato da Gianroberto Casaleggio come «il sistema operativo» del partito.

Negli uffici milanesi di Via Morone, sede dell'Associazione Rousseau, aspettano al varco Conte. Convinti che il rifondatore non riuscirà a trovare un'alternativa all'altezza rispetto a quanto offerto «sostanzialmente gratis» dal figlio del cofondatore. E i primi problemi potrebbero presentarsi con le amministrative di ottobre. La piattaforma di Casaleggio infatti si occupava anche di certificare le liste, controllare i documenti, autorizzare, di fatto, l'utilizzo del simbolo. Oltre che di sovrintendere alle varie consultazioni online delle cosiddette «comunarie». Nel neo-Movimento c'è ancora tanto da lavorare. Non a caso l'imprenditore ormai ex iscritto al M5s ha già fatto sapere di non aver consegnato tutto il materiale presente nel database. Il tema centrale è sempre quello dei soldi. Le parti, dopo una mediazione di Beppe Grillo e Pietro Dettori, hanno deciso di convergere su una cifra di 250mila euro. Somma che, al momento, non è nella disponibilità immediata delle casse pentastellate. Proprio per questo motivo i parlamentari temono già che gli vengano chiesti ulteriori sacrifici economici. In un momento in cui i gruppi sono già in rivolta contro Conte. Pochissimi hanno versato il contributo forfettario mensile di mille euro al partito e tutti hanno paura di essere colpiti dalla mannaia dell'ex avvocato del popolo italiano, desideroso di fare del M5s la sua «bad company» personale. In un lungo post su Facebook l'ex reggente annuncia: «La nostra nuova casa è quasi pronta». Crimi dice che la prima votazione online, per la modifica dello Statuto e la leadership di Conte, sarà gestita da «una società esterna, specializzata in questo campo». In ogni caso, l'incoronazione dell'ex premier non potrà esserci prima di fine mese. «Ricordo comunque che per le votazioni esistono i termini previsti dallo statuto che, nel caso di modifica dello Statuto stesso, prevedono un preavviso di convocazione di almeno 15 giorni rispetto alla data della votazione», sottolinea Crimi.

Roberto Fico, presidente della Camera, si dice «dispiaciuto» per la rottura con Casaleggio, ma rilancia: «Oggi è un giorno importante». Nemmeno Rousseau se la passa bene. Sospese le attività legate al M5s, il figlio del cofondatore ha bisogno di allacciare nuovi contatti per uscire dal l'isolamento politico. La piattaforma sarà offerta ad associazioni, ordini professionali, consorzi, liste civiche a partire dalle prossime comunali.

Gli espulsi attendono la prossima mossa. I vari Nicola Morra e Barbara Lezzi dopo l'estate potrebbero collaborare con il guru. Ma la vera incognita è Alessandro Di Battista. Conte lo vorrebbe al suo fianco. Gira voce che gli abbia promesso un posto blindato in lista e magari in un nuovo governo nel caso riuscisse la manovra contiana di buttare giù Draghi e andare al voto nel 2022.

Intanto Dibba piccona su Palazzo Chigi.

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